giovedì, Aprile 25, 2024

COLOMBIA – CABO DE LA VELA

Aggiornamento al Notiziario RTM , Sezione OCEANO ATLANTICO
Di Luigi Corcione, a bordo del Lupo Solitario (Hanse 411)

E’ passata da poco la mezzanotte del 24 aprile, quando molliamo il cimone e facciamo rotta su Cabo della Vela in Colombia. Sono poco di più di 100 miglia, la prima metà con rotta verso W e la seconda SW. Il vento rinforza, sempre da NE, e si attesta sui 30 nodi, con raffiche fino a 35. Stiamo per entrare nella zona alla quale le Pilot Charts del mese danno una accettabile percentuale di onde più alte di 2,5 mt. Il mare è corto, incrociato, agitato e antipatico, specie per le signore che vorrebbero dormire. Dove sono i teli antirollio?! Abbiamo delle cabine a tre piazze, ma la cosa non è molto pratica con il mare agitato: neanche di traverso c’è modo di non essere sbatacchiati sul soffitto o sulle paratie. Solo una mutanda di genoa e filavamo a più di 7 nodi con lunghe planate e qualche onda “animala” che ogni tanto entra in pozzetto, regalandoci anche qualche calamaro che, purtroppo, scopriamo solo a giorno fatto, già secco. La mattina ci trova sullo sconvolto andante e per curare la stanchezza e la sonnolenza, aggrediamo malamente un pezzo di formaggio venuto da Pescara (foto). Mare o non mare, abbocca subito un bel tonno che la sera, nella calma della rada, Grazia e Katya ci servono, in parte macerato all’aceto e in parte al forno. Da parte nostra, Mauro e io, aggiungiamo due bottiglie di vino cileno, la panza e la presenza. L’ingresso nella baia è semplice. Il posto è a dir poco bello ed essenzialmente vero, anche se la “calma della rada” riguarda solo il mare, perché il vento raffica sempre sui 30 nodi e ci guadagniamo la tranquillità afforcando due ancore, la Bruce di 25 chili e l’Ammiragliato di 15. L’acqua è un po’ torbida ma calda, pulita e piena di vita. A pranzo banchettiamo ad aragoste nel “ristorante” sulla spiaggia, quattro tavoli traballanti sotto un porticato di rami e foglie. Le aragoste non arrivano intere ma a tocchi, condite con qualcosa di giallastro che dà loro un sapore decisamente insolito ma gustoso. Non c’è birra e ci accontentammo di succo di manzana (mela). Il pranzo è abbondante ed il costo decisamente contenuto. Merita una visita anche il vicino villaggio di baracche variopinte, che raggiungiamo con una bella passeggiata lungo la spiaggia. Tutti qui sono molto cortesi e sorridenti, ma le donne, molte delle quali hanno il viso dipinto di nero, non gradiscono essere fotografate. Incappiamo in una festante compagnia di colombiani in vacanza che ci offrono birra e ballo. La giovane “matriarca” a capo della comitiva ci racconta di essere la moglie di un pezzo grosso di S. Marta e, dopo averci invitato a casa sua, ci lascia indirizzo e numeri di telefono. La cosa che, invece, lascia noi un po’ (parecchio) perplessi è la nutrita scorta armata di mitra che protegge la compagnia! Offriamo caramelle ai bambini locali. Non ricordo chi ci aveva detto di portarle dall’Italia, ma hanno un grandissimo successo: ne vanno pazzi grandi e piccini. Dormiamo tranquilli, perché oltre alle ancore abbiamo alle spalle il mare aperto.
CONSIGLI PER I NAVIGANTI
Come detto, l’ingresso nella baia non presenta pericoli di sorta, però è sempre buona norma tenersi lontani dalle scogliere, dirigendo prima sul WP 12°, 12’, 070 N – 72°, 11’, 500 W per poi mettere la prua verso l’interno della baia. Inoltre, provenendo da Nord bisogna assolutamente lasciare sulla propria sinistra l’isoletta Morrito (12°, 12’, 450 N – 72°, 11’,150 W), ben visibile a circa ¼ di miglio a WSW del Cabo della Vela. Il fondale nella parte interna della baia è sabbioso e lentamente degradante fino alla spiaggia. Considerato l’enorme spazio a disposizione e l’inesistenza di “traffico”, se si vuole dormire tranquilli, si possono afforcare due ancore. Non smetterò mai di consigliare come seconda ancora per la sabbia e il fango l’Ammiragliato: entra in modo tale che per salparla ci vuole l’argano. Inoltre, sarà bene anche non ormeggiare troppo vicino alla spiaggia, sia per eventuali scherzi del vento sia per alcuni massi isolati che con il tender ho visto sui fondali sabbiosi. Noi abbiamo ormeggiato in 4/5 metri d’acqua a WP 12°, 12’, 040N – 72°, 09’, 500W.