Scienza
Una parte del Sudafrica si sta sollevando e forse gli scienziati hanno capito perché di Valentina Loretelli
Cosa sappiamo sul sollevamento del Sudafrica: un recente studio geologico indicherebbe nella carenza d’acqua nel sottosuolo la causa dell’innalzamento del terreno.

Negli ultimi anni, la comunità scientifica ha registrato un fenomeno sorprendente: una parte del Sudafrica si sta sollevando. Ciò che per decenni era stato attribuito a processi profondi del mantello terrestre sembra oggi avere un’origine molto più “umana”. Secondo uno studio recente, il sollevamento del Sudafrica potrebbe essere collegato alla progressiva mancanza di acqua sotterranea dovuta all’attività dell’uomo e ai cambiamenti climatici.
Sollevamento del Sudafrica: un mistero geologico che cambia forma
Per lungo tempo i geologi hanno creduto che il lento sollevamento della crosta terrestre in Sudafrica fosse il risultato di pennacchi di magma risalenti dal mantello, capaci di spingere lentamente la superficie verso l’alto nel corso di milioni di anni. Tuttavia, nuovi dati satellitari e misurazioni GPS ad alta precisione hanno messo in discussione questa ipotesi.
Uno studio pubblicato sul Journal of Geophysical Research: Solid Earth ha individuato un innalzamento medio del terreno di circa sei millimetri tra il 2000 e il 2021, un valore piccolo ma significativo. Gli scienziati hanno notato che tale sollevamento coincide temporalmente con i periodi di grave siccità e con l’intenso sfruttamento delle risorse idriche. Da qui la nuova ipotesi: non sarebbero forze profonde della Terra a spingere verso l’alto, ma la progressiva perdita d’acqua nel sottosuolo.
L’acqua che manca sotto i piedi
Il Sudafrica ha vissuto anni di crescente emergenza idrica, culminati nel 2018 con la crisi di Città del Capo e il temuto “Day Zero”, il giorno in cui le riserve sarebbero potute esaurirsi del tutto. La combinazione tra cambiamento climatico, uso eccessivo delle risorse e gestione poco sostenibile delle falde ha portato a un drastico abbassamento del livello dell’acqua sotterranea.
Secondo i ricercatori, questa carenza idrica di massa riduce la pressione sul terreno, permettendo alla crosta di espandersi lentamente verso l’alto, come un materasso che si gonfia dopo aver tolto un peso. Si tratta di un fenomeno contrario a quello più comune della subsidenza, ovvero l’abbassamento del suolo, spesso osservato in aree dove si estraggono grandi quantità di acqua o gas.
Il respiro stagionale del suolo africano
Uno degli elementi più interessanti individuati dallo studio è il cosiddetto “respiro stagionale” del terreno. Durante la stagione delle piogge, il peso dell’acqua nei fiumi e nei bacini comprime leggermente la crosta, che tende a sprofondare. Nei mesi secchi, invece, l’acqua evapora o viene pompata via, e il suolo rimbalza verso l’alto.
Con il passare degli anni, la perdita costante di acqua sotterranea fa sì che l’equilibrio si sposti in favore del sollevamento del suolo, non più temporaneo ma permanente. Questo comportamento, spiegano gli autori, non può essere compatibile con la teoria dei pennacchi magmatici, che avrebbero prodotto un movimento continuo e non stagionale.
Sollevamento del suolo: un fenomeno globale con effetti locali
Il caso sudafricano non è isolato. Fenomeni di subsidenza e sollevamento terrestre si verificano in molte parti del mondo. In California, ad esempio, la Valle di San Joaquin ha subito un abbassamento di diversi metri a causa dell’eccessivo sfruttamento delle falde, mentre nella baia di Chesapeake la subsidenza amplifica il rischio di alluvioni e innalzamento del mare.
Questi esempi mostrano come l’acqua – o la sua assenza – sia un fattore determinante nella deformazione del suolo. Le conseguenze, sottolineano gli esperti, sono profonde: modifiche millimetriche ma costanti della superficie terrestre possono alterare l’ecosistema, aumentare i rischi costieri e persino influire sulle infrastrutture umane.
Verso una nuova gestione dell’acqua sotterranea
Per comprendere e monitorare questi mutamenti invisibili, gli scienziati utilizzano missioni satellitari come GRACE (Gravity Recovery and Climate Experiment), in grado di misurare minuscole variazioni del campo gravitazionale terrestre dovute alla presenza – o assenza – di acqua.
Gli esperti avvertono che la soluzione non può limitarsi a ridurre il pompaggio delle falde, ma deve includere azioni di ricarica controllata delle falde acquifere, ovvero il reintegro dell’acqua nel sottosuolo attraverso tecniche mirate. In California, ad esempio, l’acqua in eccesso delle piene invernali viene fatta filtrare nel terreno per ricostituire le riserve.
Comprendere il legame tra acqua e suolo è essenziale per il futuro del pianeta. Il sollevamento del Sudafrica è un avvertimento tangibile di come l’impatto umano possa letteralmente cambiare la forma della Terra.
