Fuga dal registro italiano
Fuga dal registro italiano: boom di cancellazioni di yacht e barche per la burocrazia nel settore nautico
di Raoul de Forcade
Le cancellazioni dal registro di bandiera sono aumentate del 256% in un quinquennio con picchi di 3.500-3.800 l’anno

La flotta nautica italiana segna -5% l’anno
Questi risultati, come è stato segnalato, lo scorso settembre, al Salone nautico di Genova, hanno portato al record della produzione industriale, pari a 8,3 miliardi, e degli occupati della filiera, oltre i 220mila. Tuttavia questi numeri, rileva Confindustria nautica, trovano la loro ragione nei mercati esteri, mentre quello nazionale segna il passo e registra una imponente crescita di cancellazioni dal registro di bandiera, con un trend cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni e che ha segnato un rallentamento solo nel 2024.
Le cancellazioni di barche e yacht dal registro italiano, dunque, sono aumentate, come si è accennato, del 256% nel quinquennio 2019-2023, quando hanno superato il 5% annuo della flotta nautica (quella mercantile segna un -3% l’anno, registrato da Confitarma). Nel 2022 e 2023 ci sono stati picchi di cancellazioni di 3.500 e 3.800 barche l’anno, su una flotta che è composta da circa 70mila imbarcazioni. Nel 2024 (ultimo dato disponibile del Mit), in concomitanza con l’adozione del nuovo regolamento di attuazione del Codice della nautica da diporto, le cancellazioni hanno segnato un rallentamento, attestandosi, comunque, sul migliaio di unità.
Sul versante delle iscrizioni, nel periodo 2019-2024, le immatricolazioni annue di unità nuove sono passate da 1.015 a 240, con un crollo del 76%, mentre produzione, export e imbandieramento di unità di proprietà italiana sotto bandiere europee decollavano.
Perdita stimata per l’erario di 500 milioni
Ha contribuito a questo andamento negativo, rileva Confindustria nautica, oltre al peso della burocrazia, anche la rimodulazione del metodo di calcolo dell’imponibile Iva sui contratti di leasing nautico, principale strumento di finanziamento del settore, adottata a partire dal 2020.
Poiché, all’acquisto, si versa l’Iva all’erario dello Stato della bandiera, a rimetterci è innanzitutto l’erario, con una perdita stimata da Confindustria nautica in 500 milioni in 5 anni, senza contare il danno sull’indotto per l’acquisto delle dotazioni all’estero (e conseguente valore Iva) tanto sul nuovo, quanto sull’usato.
«L’aggiornamento del regolamento di attuazione – afferma Piero Formenti, presidente di Confindustria nautica – ha dimostrato che l’unica strada per fermare la fuga dalla bandiera è un serio processo di semplificazione normativa e sburocratizzazione delle procedure.
Il ddl Valorizzazione risorsa mare, appena incardinato in Senato, offre una seconda opportunità di inversione di tendenza, prevedendo un “tagliando” alla riforma del Codice della nautica effettuata nel biennio 2018-2020, proprio su impulso di Confindustria Nautica».
Formenti: «Si acceleri sul ddl Valorizzazione risorsa mare»
Tuttavia, sottolinea Formenti, «il testo deve correre e non perdersi tra i corridoi parlamentari. Mentre i proficui incontri avuti con il viceministro delle Infrastrutture, Edoardo Rixi, il nuovo comandante generale delle Capitanerie di porto, ammiraglio Sergio Liardo, e il direttore generale del Mit, Patrizia Scarchilli, ci offrono un percorso di lavoro comune e condiviso sul fronte amministrativo».
L’articolo 15 del ddl prevede la riduzione da 60 a 30 giorni dei termini per le operazioni amministrative, fermi restando i 7 giorni per le nuove immatricolazioni, e, soprattutto, mette nero su bianco che l’attestazione tecnica degli scafi assume il valore di licenza provvisoria, fino al rilascio del nuovo documento di bordo, annullando, di fatto, il tempo di attesa del rilascio.
Inoltre, alle unità iscritte in locazione e noleggio sono aperte tutte le attività commerciali previste dal codice della nautica. Sono riformati i contratti di locazione e noleggio e si prevedono aree di accosto per l’imbarco e lo sbarco dei passeggeri di natanti e imbarcazioni a noleggio. Si introducono, poi, di norme di contrasto al noleggio occasionale abusivo. Infine, è cancellata la responsabilità del proprietario società leasing per le condotte di navigazione dell’utilizzatore.
La grande corsa al nucleare
La domanda di energia è destinata a crescere del 40-50% nei prossimi anni sulla spinta dell’intelligenza artificiale e per compensarla le rinnovabili non bastano
Difficoltà per il noleggio
C’è poi il tema, rileva Confindustria nautica, delle società di noleggio e locazione, che sono tra i principali acquirenti della cantieristica e che sono state messe in forte difficoltà dalle attività di verifica e controllo delle scorse due estati, svolta soprattutto dalla Guardia di finanza, in Sicilia, Sardegna e Campania. La reiterazione delle verifiche sugli stessi soggetti, evidenzia l’associazione, non intacca il fenomeno del charter abusivo e delle offerte “fai da te”, portati avanti, ovviamente, senza insegne. Tuttavia, una recentissima circolare congiunta, firmata da Mit e ministero del Turismo, chiarisce i ruoli dei vari soggetti coinvolti, definendo meglio il quadro, e dovrebbe limitare la reiterazione delle attività ispettive.
