sabato, Maggio 24, 2025

Croazia: nuove regole… attenzione!!!!!

Ci sono novità da conoscere per chi naviga in Croazia: vediamole assieme…certo che per chi si ricorda come si stava prima del 2000, e prima ancora quando non era Croazia….
Sicuramente dobbiamo accogliere le novità, gli sviluppi, le norme sulla sicurezza, soprattutto la libertà di decidere, ma certi ricordi sono indelebili…………
L’articolo che vi propongo è di Fabrizio Coccia

Avviso ai naviganti in Adriatico:
in Croazia sono cambiate alcune regole che riguardano i diportisti. La suggestiva nazione dalle 1.200 isole, meta prediletta di tanti velisti italiani, dal 29 marzo 2025 ha infatti adottato un nuovo regolamento di sicurezza in mare. Più precisamente si tratta del “Regolamento sulla sicurezza della navigazione marittima nelle acque interne e nel mare territoriale della Repubblica di Croazia e sulle modalità e condizioni di sorveglianza e gestione del traffico marittimo”, un corposo testo che recepisce tra l’altro alcune direttive europee e diversi regolamenti internazionali e precisa le regole per navi, pescherecci, barche da diporto, idrovolanti, chiatte, tender e tutto ciò che può navigare o galleggiare. Vediamo le nuove disposizioni più importanti da osservare per i diportisti.

Distanza minima dalla costa
I limiti di distanza dalla costa per chi naviga ora variano in base alla lunghezza dell’imbarcazione:

È consentita la navigazione a distanze inferiori (a quelle della tabella) dalla costa allo scopo di entrare o uscire dai porti, di ancorare o attraccare lungo la costa o anche se la configurazione della via navigabile lo richiede, ma si è tenuti a ridurre la velocità in modo da potere eseguire facilmente e rapidamente le manovre di virata o di arresto.

Ancoraggio e ormeggio
Durante l’attracco, l’ormeggio, il disormeggio e l’ancoraggio, la persona che gestisce la barca deve agire in modo tale che queste manovre non mettano in pericolo la vita umana o inquinino il mare e non causino danni a sé stessa o ad altri oggetti marittimi per collisione, urto o incaglio.

La catena dell’ancora e le cime di ormeggio devono essere segnalate e visibili e non devono ostruire la navigazione (non è espressamente indicato, ma è probabile che la catena debba essere indicata da un grippiale).

Le barche ormeggiate lungo la costa non devono avere la linea d’ancoraggio che si estenda oltre i 50 metri di distanza dalla costa (regola introdotta per evitare le cime a terra di lunghezza eccessiva con le quali alcuni yacht chiudono intere baie) ed è vietato ormeggiare in modo da danneggiare la vegetazione costiera.

Nell’ancoraggio alla ruota bisogna scegliere il punto di fonda in modo da evitare che la barca si venga a trovare in qualsiasi momento a meno di 50 metri dalla delimitazione di una spiaggia attrezzata.

Vietato ancorare a meno di 150 metri da una zona di “balneazione naturale” (spiagge libere).

Vietato ormeggiare vicino a segnali di navigazione o comunque a strutture non destinate a questo scopo.

Vietato ormeggiare nelle vicinanze di cavi, condotte e scarichi sottomarini in modo tale che la barca non si trovi mai al di sopra di essi o entro il raggio dello spazio di azione.

È sempre bene informarsi sulle regole del posto, visto che le autorità portuali possono imporre restrizioni locali o temporali ad ancoraggi od ormeggi.

Tender
Finora in Croazia i tender potevano navigare “a vista della barca madre, ma se più lunghi di 2,5 metri o con motore oltre i 5 kW dovevano avere la vignetta e l’assicurazione rc. Ora tutti i tender (contrassegnati con una scritta che riporti il nome della barca appoggio) possono essere utilizzati liberamente entro un raggio massimo di 500 metri dall’unità cui sono adibiti. Eccezioni sono tollerate “per il trasporto di persone o merci al punto di ormeggio più vicino o tra il punto di ancoraggio e il porto di riferimento”. Naturalmente se i tender sono iscritti nei registri marittimi possono essere utilizzati entro i limiti della categoria di appartenenza.

Sup, windsurf, wing e water toys vari
Sup, kayak, canoe, pedalò, tavole da windsurf, kitesurf, wing, tavole elettriche, wave riding, etc. sono definite “unità personali”. È consentito il loro utilizzo dall’alba al tramonto ed entro 300 metri dalla costa, ma è vietato usarle presso le spiagge attrezzate (tranne i pedalò e le tavole da sup). Il limite di navigazione si può superare se scortati, in singolo o in gruppo, da un mezzo nautico a motore.

Subacquei
Bisogna mantenersi almeno a 50 metri di distanza da bandiere o boe di segnalazione per subacquei, salvo se si assiste un sub.

Limiti velocità
Fino a una distanza di 300 metri dalla costa, nei canali stretti, negli accessi ai porti e agli ancoraggi, tutte le unità sono tenute a navigare con particolare prudenza e a una velocità non superiore a 8 nodi, in modo tale che la loro navigazione non metta in pericolo gli altri naviganti.
Le imbarcazioni a motore o a reazione (acquascooter, hovercraft, etc.) possono navigare in planata solo oltre i 300 metri dalla costa salvo si tratti di una zona in cui non è espressamente vietata questo tipo di navigazione. L’autorità marittima può eccezionalmente stabilire dei limiti di velocità, per determinate zone, al di fuori dei limiti di velocità generali.

Moto d’acqua
Gli acquascooter non possono navigare a distanze inferiori ai 50 metri dalla costa e comunque sempre in modo tale che la loro navigazione non rappresenti un pericolo per la vita umana, la proprietà, la costa, l’ambiente marino o la sicurezza della navigazione di altre imbarcazioni e moto d’acqua, in conformità alle circostanze e alle condizioni prevalenti, nonché alle restrizioni del luogo e di altro tipo.

Da sapere per navigare in Croazia
Ricordiamo che per navigare in Croazia:

  • è necessario avere la patente per condurre ogni unità a motore, un documento di identità (passaporto o carta di identità valida per l’espatrio), un documento che attesti la proprietà della barca (se il proprietario non è a bordo, il conferimento di una procura in italiano/inglese che autorizza all’uso dell’unità) o il noleggio della barca e l’assicurazione per responsabilità civile verso terzi (Rc).
  • bisogna pagare la “tassa per la sicurezza di navigazione e per la protezione del mare” (ex vignetta). È annuale (scade il 31 dicembre) e prevista per tutte le unità più lunghe di 2,5 metri o con motore di potenza superiore ai 5 kW. Si calcola in base alla lunghezza della barca e alla potenza del motore. Si può pagare presso la Capitaneria di Porto locale o attraverso il portale online e-Nautika.
  • tutte le unità più lunghe di 7 metri sono soggette alla tassa di soggiorno. Il versamento si può eseguire tramite il portale online nautika.evisitor.hr con 2 modalità di calcolo: in modo forfettario in base alla lunghezza della barca e al numero di giorni previsti in Croazia (sono previsti periodi standard di 3, 8, 15, 30, 90 giorni e 1 anno) o in base al numero di persone a bordo e alle notti di permanenza (tariffa standard 1,33 euro per persona a notte, con riduzioni previste per anziani, bambini, disabili, etc.). Una volta effettuato il pagamento si riceverà al proprio indirizzo e-mail un messaggio di conferma che dovrà essere conservato per tutta la durata del soggiorno a bordo dell’unità.
  • anche le barche con bandiera UE possono essere oggetto di controlli doganali quando navigano in Croazia. Il ministero del Mare ricorda quindi che a bordo bisogna avere documenti comprovanti il pagamento dell’Iva, che possono essere: il modulo T2L, la ricevuta di acquisto in originale o un altro documento fiscale che confermi il pagamento dell’imposta.

Natanti
Attualmente i natanti italiani possono navigare in Croazia, anche se questo paese minaccia da anni di impedire l’accesso nelle proprie acque alle unità non immatricolate nei registri nazionali, come appunto i nostri natanti. Per anticipare (e risolvere) l’eventuale problema il ministero delle Infrastrutture in accordo con quello del Made in Italy e Confindustria Nautica ha predisposto una variante della Dichiarazione di Costruzione e Importazione (Dci) per l’attestazione della nazionalità italiana e la proprietà del natante per chi intende navigare in acque estere con la firma del proprietario dell’unità che deve essere autenticata da uno Sta (Sportello Telematico dell’Automobilista). Non essendo una vera immatricolazione, c’è bisogno di un esplicito riconoscimento, di questo documento, da parte delle autorità croate. Da un recente carteggio avvenuto tra il ministero del Mare croato e un’agenzia marittima locale sembra che questo riconoscimento sia avvenuto, ma al momento in cui scriviamo si attende la comunicazione ufficiale.