sabato, Dicembre 7, 2024

Monfalcone – Porto Bolaro

Periodo di ferie, di navigazioni, oggi l’amico Karis è partito per la Trinacria, e gli ho dato alcune informazioni che potrebbero essergli utili, considerato che due anni fa ho portato la barca a Marina di Ragusa, e ho avuto la possibilità di gustarmi una bella navigazione lungo tutta l’Italia fino a Capo Passsero…

Ho pensato di proporvi il viaggio, magari qualcuno  potrà cogliere qualche suggerimento o spunto…..

buon vento

 

 

Siamo partiti mercoledì mattina 4 settembre  da Monfalcone , prima tappa prevista Trani…

A bordo il fedele Paolo, detto Paolone, Carlo, new entry Hyades, e Leonardo, detto Leo, figlio di Maurizio, grande skipper, che frequenta la seconda dell’istituto nautico ma già vuole assaporare che tempo farà ….da grande…

Cambusa rifornita, tutti a cena la sera prima al pesce d’oro ( tratto bene il mio equipaggio….che poi non si dica che….),e alle 8 molliamo gli ormeggi.

Graziano mi ha fatto gli ultimi piccoli interventi, Marco mi ha sistemato il graffio sul boma con una riparazione lampo, e con la benedizione di Marietto e Mauro ci siamo diretti a Capodistria per il pieno di gasolio. Un leggero borin mi aiuta, non apro la randa, sotto Muggia rinforza a bora con ochette, e arriviamo in fretta al distributore.

Rabbocco volante ( mi ero scordato di aver fatto il pieno l’anno scorso), e poi …….via, rotta verso Sud. Avevo studiato bene le previsioni, e confidavo che il vento ci avrebbe aiutato almeno fino al Quarnaro, e così è stato: randa  e olimpico, vento fra 10/15 nodi, una bella andatura. Abbiamo deciso di fare i turni di 4 ore, come nelle navi, e mi son preso quello dalle  00,00 alle 04,00 assieme a Leo. 

Il tramonto è stato una esplosione di rossi, di tutte le tonalità e gradazioni, e poco prima assieme a Paolo, mentre gli raccontavo del raggio verde che avevo visto in Polinesia, abbiamo visto anche qui un piccolo punto verde, non un raggio, meno intenso e più piccolo, ma dello stesso colore . È stata una sorpresa, forse complice il cielo sereno dopo la bora  dei giorni precedenti,  ma un avvenimento molto gradito.

Alle 19 cena frugale, ultimi contatti telefonici e scarico dei grib,  poi in cuccetta fino a Pola, dove sono salito in coperta per la mia guardia.

Le 4 ore sono volate, Leo si è dimostrato buon marinaio, mi ha raccontato delle stelle che conosce, del nonno che ancora fa lo skipper, e del suo sport preferito …tuffi…… finchè  è salito Paolone a darmi il cambio. 

Nel contempo il vento è calato, e la mattina del giovedì ho acceso il motore per mantenere la velocità necessaria ad arrivare venerdì pomeriggio. Il giorno scorre lento ma in massima tranquillità, Leo attento alla pesca ( la sera prima un grosso pesce aveva strappato il rapala), pranzo con pesce spada, la sera minestrone, e sempre a motore continuiamo in rotta. Nel frattempo, come da previsioni, al largo di Ancona era ripreso un bel vento da SE, e ci ha spinto fino a notte.

La sorpresa arriva venerdì mattina, quando , terminata la spinta del vento, davanti al Conero, puntiamo sul Gargano e…..udite udite….ci troviamo coinvolti in un fenomeno che tutt’ora non capisco… COG 141, HDG 164……inspiegabile, deviazione o scaroccio o tutti e due di oltre 20 gradi….una corrente che spingeva in fuori di una portata assolutamente inusuale…… verso mezzogiorno finalmente la situazione ritorna normale, ma onestamente sono rimasto un po’ turbato. Se Paolone, come sempre, controllando la rotta sul plotter principale,  non mi avesse avvertito  che secondo lui stavamo andando in Croazia, avremmo perso una giornata…. comunque abbiamo allungato di un paio di ore verso il centro dell’Adriatico.

Un’altra sorpresa arriva verso mezzogiorno: già cominciavamo ad essere un po’ stretti con i tempi, saremmo arrivati a Trani verso sera, ma si alza un bel vento da ESE, e mentre all’inizio ci consente una bella bolina con vento sui 15 nodi, tutta randa e olimpico, poi il vento aumenta ….18,20, 25, 28…….. a 24 ho dovuto dare 2 mani di terzaroli, il mare era montato con onde “ cattive” di un metro che rompevano, e da una veleggiata godereccia siamo passati ad una navigazione impegnativa.

Ho scelto di portarmi sotto costa al Gargano, sempre di bolina stretta, per poi risalire con meno onda.  Uno sguardo all’ora, non saremmo arrivati a Trani con il chiaro,  e dopo breve consultazione decidiamo di fermarci a Vieste….

Arriviamo verso le 15.30 , e con il beneplacito della capitaneria, do fondo nel porto piccolo……… grande bagno, rimettiamo in ordine la barca, e riposo dovuto. 

Cena  alle 19 ( avevamo saltato il pranzo perchè era impossibile stare in cucina con la falchetta in acqua ), antipasti vari, poi  un polipo da 2 kg con sedano è sparito in un battibaleno….. che bocche……, una volta si diceva che sarebbe stato meglio comperargli un vestito.

Domani Trani, alla lega navale dove ci aspettano , e incontro con il presidente per concordare gli avvenimenti della tappa del giro d’Italia.


il porto di TRANI

12 settembre

Beh, se la Ferrari ha vinto a Monza, oggi lunedì noi abbiamo vinto la tappa di trasferimento da Trani a Otranto: una galoppata sotto un forte grecale, 15/25 nodi, velocità quasi sempre sopra i sette nodi, due mani di terzaroli e olimpico…..una figata.

Sabato, dopo aver positivamente incontrato il presidente della lega navale di Trani, che ci ha confermato la disponibilità ad ospitare il progetto Quaranta Ruggenti e organizzare la veleggiata, ci siamo goduti la nostra prima tapa pugliese.

Siamo usciti assieme dopo cena per fare due passi, diretti verso la basilica : è sempre uno spettacolo vederla e ammirarla : prima arrivando dal mare spicca da lontano lontano, poi tutta splendente a strapiombo sul mare davanti alla piazza , bianca, ripulita, il campanile illuminato, con il sottofondo del rumore delle onde che incessanti  frangono sulla massicciata sottostante.
Mi sono seduto su una panchina (di pietra….in sintonia con la pietra rosea delle vecchie case…) e per mezz’ora mi sono lasciato drogare dalla splendida opera architettonica che avevo davanti. L’ho ispezionata con gli occhi metro per metro, e non mi stancavo di guardarla….due anni fa ero venuto di mattina e avevo assistito ad un matrimonio, e non avevo notato il particolare che il piano “operativo” del campanile non era sul livello stradale…..forse non si vedeva perché era coperto dal restauro…adesso che il campanile era tutto visibile, tutto pulito, tutto rischiarato dalle luci , mi sono accorto che c’erano le campane ma mancavano le corde……. il piano terra era parte integrante della piazza, il piano superiore  era rialzato….a mezza altezza della cattedrale….. mah….. mi hanno detto che non si suonano più le campane con le corde, ma è tutto elettrico, basta premere un bottone……e allora mi sono ricordato quando, da ragazzino, andavo a fare il chierichetto in duomo a Cittadella, ed una delle incombenze che non lasciavo ad altri era suonare le campane assieme al sagrestano: ci attaccavamo alle corde, grosse come un polso, e quando dopo ripetuti sforzi riuscivo a richiamare almeno mezzo metro di corda mi facevamo trascinare in alto….un salto alto così, ogni rintocco un volo di un paio di metri, con il rischio di battere la testa contro il primo piano del campanile……..ed il sagrestano che mi gridava di lasciare la corda dopo il rintocco….
Lo avete mai fatto? non so neppure se oggi ci sono ancora i chierichetti, sicuramente nelle città non ci sono i campanili con le campane suonate tirando le corde……è tutto elettrico……. forse in qualche parrocchia di campagna, magari nel sud, questa poesia viene ancora recitata……
La serata si snoda lenta, al sud cenano tardi, tutto il lungomare che si affaccia alto sul porto è un brulichio di persone: chi si ferma per sedersi ad un tavolo a mangiare, chi fa le vasche, chi si ferma a mangiare il gelato, e tanta gioventù. Qui fa ancora caldo, è estate, e l’abbigliamento è succinto e lascia spazio alla provocazione …anche se ormai nessuno ci fa più caso … in piazza hanno preparato un palco perché domenica ci sarà un sfilata di moda, e stanno facendo le prove. Le ragazzine ingaggiate si divertano a scimmiottare le vere professioniste della moda, e noi ci divertiamo a guardare come si atteggiano, come posano, come sfidano le persone che si fermano a guardare senza capire se scherzano o fanno sul serio….altro che teatro……questo è meglio.
Ma il meglio deve ancora venire …..perché mentre passeggiamo e l‘aria rinfresca il cielo in lontananza comincia a lampeggiare; inizialmente non ci facciamo caso, perché i lampi sono lontani, ma dopo un po’, persistendo il fenomeno, vediamo che la gente inizia a guardare…. e mentre tutti sul lungomare si fermano con il naso all’insù, il cielo fino allo zenit esplode di luci, si vedono sullo sfondo nuvole che appaiono come montagne stratificate, con varie tonalità di bianco, illuminate dallo scoppio di lampi …..ma tutto senza tuoni……mentre il cielo diventa una ragnatela……ed i lampi sembrano fili di lampade gigantesche che si rompono…..e sembra di assistere alle guerre stellari…. ed io rientro in fretta in barca pensando che debba piovere da un momento all’altro, cosa che  fortunatamente non succederà.

Il giorno dopo leggiamo che sopra Campobasso , al di là del Gargano, e quindi a parecchie decine di chilometri, era successo il pandemonio: un temporale infinito, lampi e tuoni, acqua torrenziale, ma quel che è stato anomalo è il fatto che i nostri stessi lampi li vedevano anche da Roma, a 200 km di distanza. Cosa sta succedendo al nostro pianeta? cosa sta combinando l’uomo nel provocare

la natura?

Ben venga questo progetto di Hyades , bella scelta quella di portare Quaranta Ruggenti attorno all’Italia per invitare tutti coloro che amano il mare a difenderlo, e sono felice che sia stata scelta la mia barca per portare la bandiera e promuovere la necessità di tutelare il nostro mare, perché non si tratta più di tenerlo pulito per andare a fare il bagno, si tratta di evitare che LUI muoia, che LUI soffochi per mancanza di aria, che LUI si surriscaldi portando disastri anche a casa nostra….……..
E qui mi è facile collegare queste riflessioni ai cambiamenti che si stanno verificando sulle nostre
coste negli ultimi anni, negli ultimi mesi, negli ultimi giorni, oggi….Si, oggi, perché se oggi abbiamo fatto e vinto una gara contro il tempo è stato per evitare di incappare in un temporale che avrebbe potuto crearci problemi.

Siamo partiti da Trani poco dopo mezzogiorno, appena fuori “porta” abbiamo aperto olimpico e randa, e subito abbiamo incrociato un bel grecale che ci ha permesso di tenerlo al traverso e correre sopra i sei nodi….. fino al tramonto, quando per prudenza abbiamo dato due mani di terzaroli.
Credevo che avremmo ridotto la velocità, ed invece ha iniziato ad aumentare il vento, e di conseguenza la velocità, il tutto con chiaro di luna e cielo sereno: avevo la solita guardia , dovevo montare a mezzanotte, ma la situazione era in movimento, e non me la sono sentita di rimanere in branda a dormire.  Così sono salito in coperta, ed è iniziato un altro spettacolo, a dire il vero più che uno spettacolo era una commedia con sorpresa finale, perché mentre il vento aumentava, e la velocità toccava oltre 7,5 nodi, con ovvio scarrellamento del boma e lasco della randa e wang, al nostro traverso sopra vento si formava una enorme nuvola bianca, carica di energia, sotto la quale iniziavano ad apparire lampi senza tuoni. A mezzanotte la situazione non tende a stabilizzarsi, anzi il vento aumenta ancora, tant’è che ad un certo momento avevo pensato di ridurre anche l’olimpico.
Intanto siamo arrivati davanti a Bari, e alle 2 sale in coperta anche Paolo, dicendomi che non riesce a dormire e in me che non si dica siamo tutti e tre in pozzetto.

E così, mentre Carlo se ne va a dormire, con Paolo iniziamo una chiacchierata silenziosa ambedue immersi nella notte, volando sull’onda, con la nuvola che fa la stessa rotta , che continua a lampeggiare, che incombe sulla nostra testa, sembra vicina ma forse è sopra la vicina costa croata. Passiamo al largo di Brindisi, facciamo le 4, le 5, le 6, e sempre con Paolo vediamo il crepuscolo e l’alba, e finalmente spariscono nuvole e cala il  vento e me ne vado in branda per due ore, prima di arrivare a Otranto ove ci aspettano.

   
cattedrale di OTRANTO (esterno e mosaico interno)

Però che galoppata ragazzi, sembrava di avere un turbo sotto la chiglia, e Paolo mi ha detto che un’esperienza così non si dimentica…..e qui emerge tutto il fascino della navigazione, della lunga navigazione, quando potendo avere una barca marina, magari un Solaris, puoi concederti il lusso di “osare” , di andare, e se poi hai il vento in poppa ci si può anche divertire, anche passare una notte in piedi, pur sapendo che il giorno dopo non potendo recuperare il sonno  sarai uno zombi…..
Finora siamo stati fortunati con il vento, dalla partenza abbiamo consumato solo 200 litri di gasolio, ma non so quanto durerà….vedremo…. perché finché il vento spinge va bene, ma quando
spinge troppo non è il caso di rischiare….

Adesso siamo fermi a Otranto, vedrò altri due cari amici e compagni di scorribande in mare, da Trieste al Peloponneso….come non ricordare la fame atavica di Alessandro, e la perizia del validissimo timoniere Adolfo?

Purtroppo il tempo è in forte peggioramento, e ho deciso di fermarmi fino a domenica…. non ho voglia di correre rischi….nessuno ci rincorre, e ho tutto il tempo di ripianificare la discesa. Salterò le soste previste a Crotone e Roccella ionica, andrò direttamente a Porto Bolaro, dove faro il cambio di equipaggio: scenderà Carlo per andare alla conferenza stampa di Genova dove verrà presentato il progetto Quaranta Ruggenti , e saliranno a bordo Claudio, Giancarlo e Franco, questi due ultimi carissimi amici che già hanno navigato con me…e non si negano mai..

 

Otranto 14 settembre

Il malo tiempo, o per essere precisi il forte vento di grecale (come lo definiscono qui) continua, ma sta scemando, e domattina si riparte: destinazione Porto Bolaro, oltre 200 miglia, oltre 40 ore, un dritto…..

Siamo rimasti in tre, perché Leo è tornato a Trieste: dopo undici giorni di permanenza a bordo ieri sera (venerdi) lo abbiamo accompagnato a Lecce a prendere il flixbus che lo avrebbe portato  fino a Verona, dove è arrivato stamane.

È stato il nostro piccolo marinaio, la nostra mascotte, il nostro cadetto  da Trieste a Otranto, ha fatto la guardia di notte con me da mezzanotte alle quattro, ha fatto tutti i lavori che gli sono stati richiesti, si è sporcato di m…a come è giusto che capiti al primo imbarco, ma non si è mai rifiutato di eseguire un ordine. Ricordate il cadetto di coperta imbarcato  nei film di Master e Comamander? Beh, a 16 anni non sono molti i ragazzi che vogliono fare una esperienza di navigazione impegnativa, perché lo è stata, anche se in tutta sicurezza, ma seguendo le orme del papà ha voluto capire se il suo futuro avrebbe potuto essere sul mare…..e credo che un’idea se la sia fatta…..non so quale…… chiedeteglielo.

Non mi era mai capitato di avere un ragazzo, dovrei dire un ometto, a bordo per molti giorni, tantomeno a casa……non ho figli, ma è stata un’esperienza bellissima: noi tre adulti potevamo essere fuori portata per lui, ma ha saputo egregiamente inserirsi in tutti i discorsi che facevamo, spesso in modo divertente per la sua età, chiedendo spiegazioni e a volte replicando; ci ha raccontato di nonno Santino, della nonna tedesca, dei piatti che gli preparava, di alcuni aneddoti triestini, della spiaggia dove vanno separatamente uomini e  donne, il modo di dire triestino “za-che-te-ghe-si-zo’”,   le sue considerazioni sulla scuola e sui professori, dello sport che frequenta, i tuffi, e noi a prenderlo in giro perché non ha addominali, e lui in pozzetto a farsi 20 esercizi, e noi a prenderlo in giro perchè si grattava sempre e io lo minacciavo di mettergli le manopole,   e poi ci divertivamo a chiedergli di argomentare le sue affermazioni …..e lui lo faceva sempre.

E poi mi ha fatto tenerezza quando per tre giorni si è scervellato per decidere il regalo da portare al fratellino, alla mamma e al papà… e poi avreste dovuto vedere come si è preparato al viaggio di ritorno: cosa mangiare durante le 18 ore, come vestirsi, pantaloni lunghi o corti,  tutto concentrato sull’avvenimento quasi più grande di lui.  Paolo lo ha salutato dicendo: adesso sei tu il nostro futuro, io gli ho stretto la mano come si addice ad un futuro  cadetto, lui è salito sul pullman con lo zaino da 80€, non più nuovo, ma   traboccante di esperienze…….ciao leo .

Riflettendo, la testimonianza di Leo si integra nel progetto  Quaranta Ruggenti perché  un giovane che accetta a 16 anni di farsi una esperienza in mare dimostra che c’è ancora chi lo ama, chi lo cerca, chi si impegna per vivergli vicino con rispetto, e  dipende solo da noi adulti  spiegare ai giovani  questi valori ……..e aver fiducia in loro perché siamo noi il loro esempio….

Beh,  basta con discorsi filosofici….. approfittando della sosta obbligata avevo deciso di prendere la macchina per due giorni e visitare il tacco dell’Italia. Mi è sempre piaciuta questa regione, questa terra rigogliosa, e la onoro prendendo ogni anno il suo olio: lo ordino direttamente alla signora Maria Ada,  del frantoio S.Anna, che mi ha “presentato” l’amico Alessandro, e mi ero ripromesso di andare a salutarla alla prima occasione. E così ieri  dovendo accompagnare Leo a Lecce, ho deciso di passare da Vernola, e con l’occasione toccare con mano la devastazione che hanno subito gli ulivi a seguito della xylella: un disastro! In   alcune piantagioni rimangono solo i tronchi tagliati a mezzo metro da terra, in altre le piante sono completamente secche, ma la maggior parte sono paralitiche: mezza pianta verde, mezza secca…..vedremo come finirà, capiremo quanto olio potranno ancora produrre  in questa regione, e quante olive arriveranno con le navi dalla Spagna o dalla  Grecia  per poi “ diventare”olio DOC della Puglia, e  quanto olio arriverà in Sicilia dai paesi africani a seguito degli accordi commerciali stilati dal nostro governo….   Io so solo che dovrò aspettare fino a novembre  o l’immacolata per sperare di avere un po’ della produzione 2019.

Lecce: Paolo ha lavorato da giovane in questa città  come responsabile fidi per Banca Intesa,  e ci siamo affidati a lui per una visita “concentrata”: la giornata era bellissima, temperatura estiva,  e così abbiamo ammirato i suoi palazzi, le chiese, la cattedrale, la sua pietra che il tempo sta consumando, il teatro romano, la colonna…. E poi a casa di  Adolfo, in un palazzo di epoca…..romana….mannaccia la storia……forse bizantina, sicuramente storica…. dove il soffitto alto   5 metri e forse più manteneva l’ambiente fresco…..non siamo riusciti a chiudere la serata con lui perché la nostra mission era far partire Leo con il flixbus, e così fatte due spese per il viaggio, fatto un panino, vistolo partire , ce ne siamo ritornati ad Otranto un po’ silenziosi, già, perché raramente Leo stava zitto….con tutte le cose che ci voleva raccontare… 

Gallipoli: subito dopo il ponte, bellissima …….senza se e senza ma, con il mare che racchiude la parte vecchia da 270°, i suoi porticcioli, le sue chiese che si affacciano sul golfo di Taranto dalla passeggiata alta, la pescheria ,  “la Lampara “con il suo  aperitivo di mare, e le stradine dove puoi trovare ogni tipo di souvenir locale. Gli abitanti sono anche un po’ scherzosi, vale per tutti il nome della taverna CAPITONI CORAGGIOSI…… e stranissimo il loro dialetto  più vicino al siciliano che al barese…      Infine non ho saputo resistere alla tentazione di assaggiare un aperfish: tartare di tonno, 2 hg di gamberi rossi crudi, un bicchier di vino….25€….tant’è che mi sono ripromesso di fermarmi l’anno prossimo, partendo da Taranto, per far conoscere all’equipaggio  Hyades di quella tappa questa città e le sue prelibatezze .

S.Maria di Leuca…non avevamo molto tempo, e non volevo perdermi il tacco d’ITALIA, per cui anziché la litoranea abbiamo preso la direttissima, una strada sempre e tutta dritta che in mezz’ora ci ha portato a destinazione. Ho riconosciuto  il porto, le sue strade delimitate da muretti a secco, e uniche attrazioni la chiesa, la piazza intitolata a Giovanni XXIII, la cascata (spenta) dove termina l’acquedotto pugliese ed  il faro, che dall’alto domina l’incontro fra il mar Ionio e il golfo di Taranto…… alla fine nulla di che, ma così abbiamo completato il giro da Otranto.  

Nulla di particolare da raccontarvi sul trasferimento a Porto Bolaro, se non che una volta partiti, speranzosi di trovare un residuo di quel vento che c’era, abbiamo invece trovato un mare incrociato ed assenza di vento, con le conseguenze che potete immaginare:  motore, randa che sbatte, caldo, e scelta di una sosta tattica per non arrivare di  notte. Deviazione su Crotone, porto a Sud, ancoraggio alle 5 di mattina con un’onda fastidiosa , e ……buon viaggio.