Porto Bolaro – Eolie – Catania

17 settembre – Porto bolaro 

È un fatto che quando si è in navigazione ed arriva il malo tiempo lo si prende, senza se ne ma, ed è altrettanto vero che  quando si è in banchina e si sa che fuori c’è malo tiempo si rimane fermi, soprattutto se non ci sono vincoli di tempo, anche se il vento soffia in senso favorevole alla navigazione. Per questo mi ero fermato ad Otranto.

La partenza da Crotone è avvenuta in anticipo sul previsto, perchè……non si sa mai………….

Prima di partire da Otranto avevo telefonato al marina di Porto Bolaro avvisando che sarei arrivato martedì;  in mattinata, in navigazione, con poco segnale telefonico,  mi aveva chiamato il marina di porto…..ARO per chiedermi conferma dell’arrivo, che ho confermato, ma senza farmi ripetere il nome del marina, tanto che ho pensato, fra me e me, che avevano una bella organizzazione, per chiedere conferma…. .

E così con queste riflessioni nel pomeriggio da Crotone abbiamo levato l’ancora, dopo uno, due tre bagni, e a motore abbiamo fatto rotta verso Sud, destreggiandoci fra le zone protette di capo Colonna, chiedendoci se non avessimo fatto meglio a partire prima…..anche se il vento sarebbe stato…… abbondante.

A cena era previsto minestrone , ne io ne Paolo avevamo dormito durante il giorno, venivamo da una notturna e ce ne aspettava un’altra, per cui alcune ore di sonno ci avrebbero fatto comodo, e appena cenato siamo piombati in catalessi, ognuno nella propria “tana”.

Alle 23.45 suona la sveglia, e mi butto giù: abitudini prese quando navigavo sul serio, abbigliamento pronto, preparato prima di andare in branda, un caffè al volo, uno sguardo al plotter per capire se siamo in rotta,  e salgo in coperta.

Abbiamo la luna quasi piena, c’è luce abbondante, ricordi che affiorano di tempi passati, fa caldo, il mare è calmo, 1800 giri, circa 5 nodi, la costa vicina da segni di vita, e con il pilota automatico operante è facile lasciarsi andare, e prendere questa droga, che non costa, è facile.

Mi accorgo che forse l’olimpico potrebbe portare, e lo apro, di bolina stretta, meglio di niente, ci da qualche decimo di nodo.

Con le cuffiette, o meglio con una sola in un orecchio, ascolto un po’ di musica, il sound of silence procede tranquillo, e non mi accorgo che Paolo è salito in coperta. È già la seconda volta che sale a farmi compagnia durante le notturne, anche lui sta prendendo la droga, gliela ho passata io, e sarà perchè fa caldo, sarà per il cambio di ritmi di vita, sta di fatto che la notte diventa una amica fedele, una compagna di riflessioni e di pensieri, e perchè no….di chiacchere.

E così il tempo non ha più peso, neppure mi accorgo che il vento è aumentato, e nel giro di pochi minuti passa da 7/8 nodi a 15: la barca ha preso velocità, 6 nodi, e spengo il motore per godere di più l’ebbrezza della  vela.

E qui  mi collego al …non si sa mai…

Eravamo in ritardo per l’assenza di vento, ma le previsioni non sono più fedeli: avrebbe dovuto esserci una brezza leggera da SW, ed ecco che questa brezza sale, sale, sale fino a 23 nodi, ed io scarrello, scarrello scarrello tutto, lasco, lasco sia la randa che l’olimpico, non voglio dare i terzaroli anche se Paolo me li chiede…la falchetta che era quasi in acqua si rialza, la velocità aumenta, aumenta fino a quasi 8 nodi, e si vola.

Io mi sono spostato in pozzetto per governare le scotte, la tensione si avverte, la concentrazione è massima, ma teniamo la posizione……….scivoliamo sul mare poco increspato come una lama calda sul burro, i minuti diventano 10, 20, 40, 1 ora, quasi due, ad un certo momento sono costretto a puggiare di 10 gradi, ma non c’è alcun pericolo…… boia chi molla….

Passiamo Capo Spartivento, il vento torna gestibile, torniamo in rotta, 220°, le ore che passano non hanno più peso, e così alle 5  posso buttarmi in branda lasciando Palo da solo…tanto alle 6 monta di guardia Carlo, e comunque  prima di capo dell’Armi devo risalire…..

Quando riapro gli occhi, faccio fatica a connettere: siamo in prossimità dello stretto, l’incontro dello Ionio con il canale di Messina, viaggiamo a 3 miglia dalla costa, un vento sostenuto, un sole accecante, la barca viaggia a 4 nodi,  mare e vento contrario: ricordando precedenti esperienze decido di portarmi sotto costa, ma proprio sotto, tanto c’è acqua, ed infatti la situazione migliora decisamente. Squilla il telefono  e la segretaria del  porto di ….ARO mi chiede se siamo in orario, al che avviso che siamo un po’ in ritardo ma stiamo arrivando, e lei mi risponde di chiamarla sul canale 74 quando siamo  in vista del porto.

La costa si snoda a poche decine di metri, vediamo i treni, le macchine, i bagnanti sula spiaggia, e sempre controvento arriviamo in vista di capo Pellaro. Chiamo sul 74 il porto, ma nessuno risponde, e non me ne capacito. Telefono alla segretaria e la dico che il loro VHF forse non funziona, al che mi dice che forse siamo ancora lontani. Boh.  Faccio le ultime due miglia e richiamo sul 74……niente….ritelefono  e la segretaria mi dice che ha mandato un gommone fuori del marina ad aspettarci….ma non lo vedo……stiamo quasi per spazientirci, quando la segretaria mi chiede: MA DOVE   SIETE?  Io rispondo davanti AL  MARINA PORTO BOLARO…….e lei mi dice  MA IO SONO A PORTO PIGNATARO, A LIPARI……….

Mamma mia, che confusione, che bisticcio di parole…..pignatARO, bolARO, che concomitanza di incomprensioni, di telefonate, e tutto perché 1 mese fa avevo prenotato un posto a Porto Pignataro per il 18 settembre,  e la solerzia della segretaria mi chiamava per avere conferma…

Mi sono vergognato, anche se al telefono non si capiva bene il nome del porto, e ho chiesto scusa, al che la segretaria mi ha detto di avvisarla  quando arriverò…..spero che non se la sia presa….

Finalmente mi posso concentrare sull’atterraggio, e chiamo i numeri che avevo già contattato a Porto Bolaro….e anche qui non risponde nessuno: il primo numero, il secondo e finalmente al terzo risponde Nicola: stiamo arrivando…….passano 5, 10, 15 minuti, ed intanto mi avvicino alle banchine e mi rendo conto che…..non c’è nessuno, il marina è chiuso, perchè più che un marina è uno stabilimento balneare……e la stagione è chiusa…..

Finalmente arrivano tre persone, ci spiegano che effettivamente per loro la stagione è chiusa, e ci possiamo fermare ma………gli unici servizi che avremo sono acqua e corrente……..

Meglio che niente, con un mare splendido, acqua pulitissima, temperatura estiva, cosa vogliamo di più? Un amaro lucano……


L’Etna da Porto Bolaro


PORTO BOLARO

18 settembre

E così siamo arrivati proprio in coda allo stivale della nostra Italia, il grosso del trasferimento è stato effettuato, e possiamo guardare ai prossimi quindici giorni senza particolari problemi di tempo. Sabato il progetto verrà presentato a Genova, c’è molta attenzione da parte degli organizzatori, ci sarà  molta partecipazione della stampa, e sapremo presto come e se questo evento incontrerà il favore dei lettori. E’ stato coinvolto Bolina, il Giornale della vela,e sapremo presto se anche radio e TV saranno della partita.

Noi intanto ci godiamo   questo squarcio di Calabria, questo piccolo marina,  PORTO BOLARO, che non conoscevo, ma che Eugenio mi aveva raccomandato caldamente; ed in effetti ci sono tutti i presupposti perché diventi  un punto interessante per chi transita dallo stretto di Messina, e se il progetto di ampliamento verrà accettato è già pronto un investimento di mezzo miliardo per creare un nodo di riferimento nella rotta da Gibilterra verso Suez.

Per il momento non ci sono servizi al di fuori del centro commerciale, solo la  convenzione stipulata dal marina con Mimmo Timone che  con il Taxi ci porta a Reggio Calabria con 15€.

Oggi, dopo il cambio di guardia fra Carlo che dovrà partecipare alla conferenza stampa a Genova e Giancarlo che è arrivato da Verona, abbiamo ritemprato corpo ed anima, il primo con bagni ripetuti in questo squarcio di mare, la seconda con la dovuta attenzione alla pulizia del corpo e della barca, al riposo, insomma una giornata in pieno relax.

Non è mancata neppure una nota di colore quando stasera siamo andati al supermercato a fare la spesa:  al momento di passare in cassa abbiamo visto che tutti i sacchetti di  frutta e verdura che avevamo preso venivano ripesati, nonostante fossero sigillati, chiusi e prezzati. …. Abbiamo chiesto alla cassiera come mai questo atteggiamento solo nei nostri confronti, forse non si fidava di noi? Delle nostre facce? Al che lei si è messa a sorridere, ma ha continuato a pesare tutti i sacchetti…..

BENVENUTI  AL SUD

e  domani intanto andremo a Reggio Calabria, per visitare la città ed  ammirare al museo  i famosi bronzi di Riace ……… speriamo che ci facciano entrare al  museo  e non ci scambino per terroristi.

 

 19 settembre giovedì

Da quanto tempo sentivo parlare dei bronzi di Riace….ne avevo seguito tutta la fase del recupero, sia dal fondo del mare sia poi in laboratorio , e finalmente avevo l’occasione di vederli.

Avevamo prenotato il taxi da Mimmo, e alle 9 siamo partiti alla volta di Reggio Calabria, io mammete e tu…

Il tragitto da Porto Bolaro  al museo è breve, in un quarto d’ora arriviamo e  con pochi €uro entriamo: piccolo particolare, ho osservato che nei musei c’è lo sconto per i giovani ma non per gli anziani….eh già…..noi abbiamo la pensione…

Il Museo Nazionale della Magna Grecia, ove sono custoditi, a Palazzo Piacentini, è stato rimodernato, ed è stata una piacevole sorpresa trovare una vasta gamma di reperti storici e di storia di Reggio ben raccontata. L’affluenza di stranieri è notevole, la maggior parte con guida, l’entrata alla sala dei bronzi è protetta e veniamo “puliti” con un soffio d’aria igienizzata:  i due bronzi sono veramente belli…..e non sto certo qui a descriverli, ma Giancarlo (che ha un fisico da atleta)  ha chiesto alla moglie chi preferisce fra lui ed un bronzo…..

Rimaniamo un paio d’ore, ci sono molte sale, e poi andiamo a conoscere un po’ di Reggio: una via principale lunghissima, pedonabile, sulla quale si affacciano tutti i negozi di lusso, e bancarelle di dolci locali, soprattutto di mandorla e pistacchi…..una vera leccornia….poi ci dicono che la domenica precedente era stata la festa del patrono, e quella era la “coda” dei festeggiamenti; non può mancare  una sosta alla cattedrale ed una non voluta ma necessaria in agenzia di viaggi per fermare un volo per il rientro anticipato di Paolo ( paolone)

Altrettanto importante il lungomare, una passeggiata parallela alla via principale ma logicamente più….sotto, oltre la ferrovia (che scorre pure parallela al mare),  un’acqua (quella dello stretto) pulitissima, trasparente, piena di ricci, invitante, anche perchè qui siamo in piena estate…

Un particolare su tutti: il viale è ombreggiato da moltissimi ficus giganteschi, ben tenuti, con fronde che si espandono per decine di metri, e bellissimi tronchi le cui  radici assumono forme statuarie. Non poteva mancare uno spuntino in riva allo stretto, uno stuzzichino che ci ha fatto ulteriormente apprezzare la città.

Il ritorno in barca nel primo pomeriggio ci ha riportato nel clima del trasferimento, anche se non mancano le divagazioni…..si, perché siamo ospiti in uno stabilimento balneare, anche se già chiuso, e quindi la possibilità di fare il bagno viene colta al volo, soprattutto dall’atleta di triatlon che abbiamo a bordo, il quale per tenersi in allenamento nuota per almeno  un kilometro ogni giorno, e tanto per non perdere l’abitudine si fa anche una decina di chilometri di corsa.

Un’altra  peculiarità del posto è la vicinanza con il centro commerciale, proprio dietro al marina, che ci consente di acquistare prodotti alimentari locali , soprattutto formaggio e pesce ,  e ne approfitto per prendere alici e calamari  che costituiranno il piatto forte per due sere.

 

20 settembre venerdì

Non so perché ma la mattina ci svegliamo tutti sempre più presto, e alle 7.30 siamo tutti pimpanti, pronti chi  per il caffè chi per la colazione salata, non senza aver fatto prima  un tuffo in mare…..finchè possiamo….. ed è così che possiamo notare vicino alla riva un viavai di barchini che, tutti con la traina in mano, pescano….ce ne sono almeno una decina, che vanno su e giù, incrociandosi, alla ricerca del mitico pesce spada dello stretto, si, perché in molti mi scrivono chiedendomi se abbiamo visto le caratteristiche barche con il bompresso allungato per sostenere il lanciatore dell’arpione….   

Uno dei soci del complesso, che ha studiato a Torino e vorrebbe sviluppare un progetto molto interessante per ampliare l’attuale marina ed offrire una sosta anche a grandi Yachts, ci ha suggerito un ristorante a Pellaro, La  Lampara, e così la sera dopo, abbiamo deciso di conoscere la cucina locale, chiaramente a base di pesce…

In mattinata è arrivato Claudio, che ci farà compagnia per una settimana, giusto in tempo per sostituire Paolo (ma senza premeditazione), e per mettere a profitto il tempo si mette a disposizione la giornata  per lavare la barca, dentro e fuori, oltre a fare il bucato: con un sole così si sarebbe asciugato in un paio d’ore, come poi è stato.

La sera Mimmo ci viene a prendere e alle 20 siamo con le gambe sotto al tavolo: scherziamo un po’ con il cameriere, gli diciamo che ci manda…PICONE….. ed apprendiamo  che conosce molto bene le nostre zone del veneto, soprattutto per il vino,  e ci facciamo consigliare:  ne esce una piccola apoteosi culinaria che non scorderò facilmente: propone cruditè dello stretto, e poi se ne esce con un vassoio di pesci, sui  quali spicca un lupo di  1,8 kg, si, un pesce della famiglia del merluzzo  che vive nelle profondità dello stretto… e ci dice che essendo un pesce dalla carne delicata, sarebbe da fare al vapore e condirlo solo con un po’ di olio oppure  prepararlo ad hoc per condire uno spaghetto di pasta dura. Ci guardiamo, siamo in 4 ed 8 occhi si fondono in una luce sola……certo, perché no….ci fidiamo del lupo, ma senza il pelo…..ma ci raccomandiamo il vino……che sarà un simil greco prima secco e poi amabile….. non preoccupatevi , la prima bottiglia secco, poi quella amabile…

Beh, ci siamo divertiti, e mi sono proposto di ripassare alla prima occasione, perché scuramente ci sarà…in barca….


Eolie

21 settembre sabato

Oggi è un  giorno speciale per Hyades, per il Morosini,  per il Sound of Silence. Oggi pomeriggio, alle 17, a Genova, nell’ambito del  salone Nautico e delle manifestazioni di Ucina, verrà  presentato il progetto Quaranta Ruggenti che porterà con la  mia barca  la bandiera del corso del 1980 attorno all’Italia in 15 tappe. Saranno presenti gli ambienti che hanno dato il patrocinio, e mi sarebbe piaciuto esserci;  invece sono qui ad assicurare che il progetto possa avere seguito, e  durante il trasferimento mi ero posto l’obiettivo di andare a conoscere le Eolie. Per dire la verità il giro avrebbe previsto anche il giro a Nord della Sicilia, ma con la riduzione dell’equipaggio ho preferito non correre rischi, e raggiungerò Ragusa passando da Catania, così vedrò Nunzio e sarò ospite del suo circolo velico nei giorni del raduno di VE-LISTA

Hanno avuto molto peso nella decisione di cambiare il percorso anche  le anticipazioni del tempo: erano in previsione venti forti prima da sud e poi da nord,e  non volevo comunque rinunciare a vedere le Eolie, anche se avevo un equipaggio ridotto; comunque il venerdì seguente Claudio sarebbe partito da Catania, il che significava  che avrei dovuto metterlo in condizione di raggiungere l’aeroporto o da Milazzo o da Catania.  Ho scelto di credere nelle previsioni e di fare una visita veloce alle isole principali, privilegiando la spinta del vento nei due trasferimenti, poi avremmo visto il da farsi. Ed ho fatto bene, perché alla partenza da Porto Bolaro abbiamo subito preso prima la corrente favorevole, che davanti a Scilla ci ha fatto toccare quasi 9 nodi, velocità che poi alzate le vele con un SW teso  abbiamo tenuto fra i 7 ed 8 nodi fino a Lipari. Grande veleggiata, oltre all’olimpico abbiamo aperto anche la trinchetta con gli stralli volanti, e prima di sera eravamo in vista di Porto Pignataro.  È fine stagione, ma il marina è quasi pieno…non vi parlo del paese, anche perchè è sabato e presumibilmente i Siciliani che hanno la casa qui ne approfittano per godere questo fine estate…..ma non è solo questo, c’è anche Stromboli che con il suo vulcano in eruzione richiama turisti. Il paese è carino, allegro, fiorito,  una strada pedonale che raccoglie tutto, dai pescivendoli alle proposte di tour delle isole, bar, ristoranti e turisti che cercano tutti qualcosa: chi un ricordo, chi un biglietto, chi un posto a tavola, chi un ricordo : domanda ed offerta che si incontrano in 100 metri , fra  il profumo ed i colori  dei fichi d’india maturi  ed il rumoreggiare del mare che arriva fin dentro al paese, interrotto solo dalle frenate degli aliscafi che sembra debbano entrare in strada…

Mentre faccio queste riflessioni Giovanni  di Hyades mi manda un msg per avvisarmi che la presentazione a Genova è andata bene, c’erano molte autorità presenti, e la curiosità destata nei presenti è stata molta…….e << adesso bisogna farla  >> , così mi ha detto…….io sono qui per questo….

Ritorniamo piano piano a bordo,  dopo una birra doppio malto seduti  in piazzetta guardando la partita della Juventus, lungo la strada molto frequentata che collega il centro al decentrato marina.

Piccola osservazione: il marina è indubbiamente molto organizzato, ti vengono a prendere con il gommone all’entrata e ti assistono nella manovra di ormeggio, ma con un solo bagno “per sesso” è difficile offrire un buon servizio; non parliamo poi delle alternative, ormeggi che senza la copertura della diga non possono opporsi alla risacca e al  beccheggio….e vi assicuro che è forte…..anche per il continuo andirivieni di aliscafi e motonavi. 

Insomma: la prima impressione dell’isola è che risulta più vivibile da terra che dal mare

 
Eolie – Stromboli

22 settembre domenica

Il tempo sta guastandosi, sta per arrivare brutto tempo da Nord, e decidiamo di andare subito a vedere il vulcano attivo a Stromboli: la strada è molta, oltre 20 miglia, ma contiamo sul vento che dovrebbe aiutarci: costeggiamo Lipari, e sbagliamo quando decidiamo di fare il giro dell’isola da Est ad Ovest. Quando entriamo nel canale  il mare diventa incrociato, e non si riesce più a raggiungere una velocità decente; il vento viene da Nord, sul naso, a motore sembra di essere in una lavatrice, e ci vuole una vita prima di doppiare la punta dell’isola: intanto prendiamo atto che è impossibile trovare un approdo sicuro, a maggior ragione se c’è vento, e ci concentriamo sui botti, sulle eruzioni, sui buffi che escono  dal vulcano. Finalmente prendiamo direzione Sud, e vediamo le due boe che delimitano la zona di pericolo a 500 metri dalla costa, come scritto nel portolano. Procediamo piano piano, ed è un susseguirsi di botti, di uscita di lapilli che rotolano per 500 metri lungo lo scosceso crinale prima di tuffarsi un mare, sbuffi di fumo nero che escono da una delle bocche , una vista non rassicurante. Non c’è molto da fare, non si parla di dare fondo anche perchè ci sono molti metri di acqua sotto la chiglia, e poi l’ambiente non è rassicurante.

Riprendiamo così la via del ritorno, e qui succede l’imprevisto:  avevamo visto in lontananza la Guardia Costiera, la Diciotti, si proprio quella, e  si avvicina a noi una loro lancia che ci invita a rallentare, e ci dicono che esiste una ordinanza della capitaneria di Milazzo di 20 giorni prima che obbliga i natanti a navigare a non meno di 2 miglia dalla costa del vulcano, per sicurezza.

Replico che siamo in mare da un mese, veniamo da Trieste e nessuno ci ha avvisato,  tantomeno partendo dal Lipari, e che comunque eravamo in regola con quanto scritto nel portolano.

Non c’è storia, provo a replicare esibendo anche il patrocinio della MM, ma  devo consegnare i documento della barca, anche i miei, ed avvicinarmi alla Diciotti ed aspettare le decisioni.

Non vi dico lo sconforto: ma come, neanche fossi un trafficante di profughi, neanche fossi uno sprovveduto che non sa navigare, neanche ci fosse un reale problema….per carità, tutto può succedere,  ma eravamo ad oltre 500 metri dalla riva e con motore acceso, e stavamo andandocene da quella zona….  Provo a contestare che se ci fosse stato un reale problema avrebbero potuto avvisarmi, come sono venuti a cercarmi, anche perché un loro contatto sul canale 16 non era udibile perché eravamo  tutti e tre in coperta  e con il motore acceso, ma non c’è stata possibilità di replica: l’ignoranza è colpevole, ed è punibile con un verbale amministrativo da….a…., riducibile del 30% se pagato entro 5 giorni…..

E così, dopo quasi due ore di attesa con un rollio fastidioso, con ripetute richieste di allontanarmi dalla Diciotti  per problemi di sicurezza ( eh…avevamo a bordo missili terra aria), si riavvicina la lancia di prima, riportandomi i documenti ed il  verbale di contestazione………scusandosi, ma quelle erano disposizioni superiori…..

Una ordinanza con vincolo territoriale (Milazzo) per lo Stromboli

Una Guardia costiera che di domenica pomeriggio viene lasciata di guardia al vulcano anziché mandare in libera uscita il personale (perché costa il doppio navigare in gg di festa)

Una barca a vela che naviga pur nel rispetto dei vincoli preesistenti  ma non è al corrente  dei vincoli emessi tre settimane prima,

Una punizione, per fortuna amministrativa,  che colpisce lo skipper perché reo di non conoscere la delibera locale….

Questa è l’Italia, queste sono le leggi, ma è giusto, perchè come ho detto l’ignoranza è colpevole… speriamo per tutti…..

( solo per informazione: oggi è domenica, sto scrivendo da Catania, ed il Diciotti è fermo in banchina da tre giorni….. chissà come  mai domenica scorsa era davanti allo Stromboli anzichè davanti a Lampedusa ad aiutare chi potrebbe avere bisogno di aiuto…..)

E così, con la coda fra le gambe, riprendo la navigazione, e dopo un breve conciliabolo con gli amici decidiamo di portarci in fretta verso  Panarea, per ancorarci  sotto lo scoglio di La Nave. Non c’è molto tempo, la sosta imprevista ci ha rubato molto tempo, ed arriviamo alla meta appena in tempo per dare fondo, sotto una parete verticale di 200 metri, all’ombra di un scoglio che da  il nome a questo ridosso. È previsto nella notte vento da SE, dovremmo essere tranquilli, e solo la mattina dovrebbe girare NW, ma noi saremo già in movimento…

Il tramonto è anche questa sera luminoso, coloratissimo, splendido, colori  da acquarello, che fanno da contraltare alla trasparenza dell’acqua, il fondale di oltre 10 metri lascia intravedere molte rocce, al contrario di quello che è scritto nel portolano, e  anche la nostra catena (avevo dato 50 metri per sicurezza) che si è impigliata dando retromarcia, mentre l’ancora è semplicemente adagiata sul fondo: non mi preoccupo molto, per questo c’è tempo l’indomani mattina, prevedo solo che la poca catena rimasta disponibile potrebbe dare fastidio nella  notte. Ed infatti dopo le 22 inizia la danza del vento e della barca : dalla parete rocciosa inizia a scendere un forte catabatico verticale, la corta catena non fa da elastico, e noi iniziamo a difenderci  con un alternarsi di rollio e beccheggio che sarebbe durato fino a mattina, quando al catabatico è subentrato il vento dal quadrante opposto.

 

23 settembre lunedì

Come da previsioni… abbiamo fatto la  notte in  bianco,  giusta punizione per il misfatto rilevato dalla Diciotti, e prima che subentrassero altre brutte notizie mi sono buttato in acqua per salpare l’ancora:  io  con la maschera , vedendo  il verso della catena, davo disposizioni  a Giancarlo al timone per sbrogliarla, Claudio al salpa ancora per recuperare la catena mano a mano che si liberava, ed in poco tempo, senza creare alcun intoppo ulteriore, ci siamo resi liberi da una situazione ingombrante.

Le Eolie cominciano a non piacermi (dal mare) e così si fa breccia l’intenzione di cogliere le opportunità offerte dalle previsioni che dopo due giorni avrebbero consegnato un vento da NW abbastanza sostenuto, anche se con un cielo nuvoloso.

Così decido di accelerare la visita alle isole   e ci portiamo a Salina,  per dare fondo sotto Capo Faro: un altro bagno, fondale con una poseidonia di un metro, acqua sempre trasparente, caratteristica ormai   acclarata  fra le isole, e recuperiamo un po’ la stanchezza della notte. Un tuffo, un altro, una nuotata, Claudio che nell’ipotesi di essere accompagnato in barca a Catania diventa allegro,  uno spuntino con la solita Greeck Salad, e nel primo pomeriggio a motore ci muoviamo verso l’ultima isola: Vulcano.  Navighiamo dietro a Lipari, fra alti pinnacoli e scogli , con ridossi adatti solo a piccole barche a motore, pareti di roccia a picco sul mare, un sole estivo, e in lontananza il catino del vulcano di vulcano .

Arriviamo senza problemi, il marina è ben attrezzato, ci aspetta un marinaio biondo, simpaticissimo, corpo morto con cime a terra. Non facciamo in tempo a scendere  dalla barca che il nostro atleta di triathlon, che da giorni scalpita in astinenza di prestazioni, saputo che c’è un record superiore ai 21’ per la salita, si prepara: calzini, scarpette, maglietta, pronti…….via……..

e rientra a bordo  dopo meno di un’ora con la conquista del nuovo record: poco più di 20’……..

Vulcano è piccolissima, isola conosciuta da Claudio, che aggiunge che sarebbe bella da visitare via terra…..noi invece ci limiteremo a guardare solo il bar per prendere una birra, e il supermercato che si affacciano sulla baia…..ormai il pensiero è al ritorno e alle due tappe che ci attendono, la prima   a porto Bolaro, cui ci siamo abituati,  come ci dirà Alessandro che segue il nostro percorso attraverso l’AIS, e la seconda a Catania.

 

24 settembre martedì

Partenza veloce, alle 8 siamo già in navigazione, Claudio era salito sul vulcano a vedere il sorgere del sole ( per non essere da meno a  Giancarlo), e subito si preannuncia una navigazione antipatica, con rischio di temporali e pioggia, oltre a vento sostenuto da NW.

Appena fuori dal’isola vediamo alla nostra dx un grosso temprale che staziona sopra la costa della Sicilia, una nave portacontainer che potrebbe segnalarci la velocità delle nuvole, ed auspichiamo che  permanga questa situazione. Per qualche ora effettivamente non ci sono cambiamenti, passiamo larghi davanti a Milazzo, il temporale che si muove verso Est ma si mantiene sull’isola  scarica molta pioggia sul paese, ma noi ne usciamo illesi.  Ci avviciniamo allo stretto, andiamo solo a vela, con velocità elevata, e decido di rimanere sulla DX sperando di trovare la corrente favorevole.  Sotto Cariddi l’acqua ribolle, si vedono i gorghi  ruotare velocemente, decido di chiudere l’olimpico per avere maggior manovrabilità in caso di bisogno , la velocità scende a 2,2 nodi, la corrente è molto molto forte, e allora decido di portarmi proprio sotto costa, a 50 metri, dove effettivamente la corrente non mi rallenta , e torno a vedere i 5 nodi…

Non mi ero dimenticato del temporale che tenevamo sotto controllo, e dopo un paio di miglia di percorrenza nello stretto ecco che quello si sdoppia, una parte alle nostre spalle attraversa lo stretto ed esplode con una tromba d’acqua sopra Scilla, subito seguito da un grande arcobaleno; l’altro invece prosegue lungo la costa siciliana, e mentre noi attraversiamo lo stretto diretti velocemente al marina, sopra Messina si scatena un’altra tromba d’acqua…

Non so come e perché, forse fortuna, forse un po’ di esperienza, ma sia mo riusciti a non bagnarci, anche se abbiamo percorso le ultime 10 miglia ad una velocità di 7 nodi con un vento di poppa ad oltre 20 nodi…… con le ochette che starnazzavano dietro di noi……

Per fortuna Porto Bolaro è riparato, la baia è interna allo stretto, e ci siamo ormeggiati  senza difficoltà. Questo ormeggio è risultato provvidenziale, da suggerire e tenere presente….grazie a Eugenio Favero che me lo ha raccomandato…

Ci fermeremo qui anche mercoledì, perché a Catania non c’è posto, ma non è un problema…..ci riposeremo, farò una nuotata senza il triatleta, che a Vulcano si è preso oltre al record anche il raffreddore, Claudio potrà andare a vedere i bronzi, e noi prepareremo la barca per l’arrivo al circolo Tamata.

 

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