lunedì, Luglio 14, 2025

Un gigantesco buco grande quanto la Svizzera si apre in Antartide di Salvo Privitera


Una grande apertura tra i ghiacci marini è comparsa nell’Oceano Antartico, sopra la regione di Maud Rise, raggiungendo le dimensioni della Svizzera. Questo evento, che ha visto il ghiaccio rimanere spezzato per settimane, sta sollevando nuove domande sui delicati equilibri climatici del pianeta.
Questi eventi non sono sconosciuti ai poli, ma la vastità e la persistenza di questa apertura sono eccezionali. Il fenomeno è stato favorito da processi complessi come il trasporto di Ekman, dove correnti guidate dal vento spingono acqua salata e calda verso la superficie, sciogliendo il ghiaccio dal basso.
La presenza della montagna sottomarina Maud Rise ha inoltre creato vortici che intrappolano acqua più calda, indebolendo ulteriormente la calotta glaciale.
Già negli anni ’70 una polinia simile aveva sorpreso i ricercatori, ma il ritorno del fenomeno nel 2017 e oggi pone interrogativi ancora più urgenti. I recenti studi rivelano che l’aumento delle tempeste extratropicali, alimentato dal riscaldamento globale, contribuisce a mantenere aperti questi squarci, spostando il ghiaccio e aggiungendo calore attraverso i fiumi atmosferici.
Questi eventi alterano la circolazione oceanica globale, liberando calore e anidride carbonica che possono accelerare il cambiamento climatico. Se il clima continuerà a cambiare, questi eventi potrebbero diventare sempre più frequenti e pericolosi.
Oceani sempre più caldi: cosa rischiamo se la temperatura continua a salire?
In un recente studio pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters, un team di ricercatori ha scoperto che il riscaldamento degli oceani è più che quadruplicato negli ultimi 40 anni e probabilmente… peggiorerà ancora.
Dopo aver recentemente visto l’enigmatico sorriso nel cielo e iniziando subito a snocciolare qualche dato, pensate che il tasso di riscaldamento della temperatura superficiale del mare è aumentato da 0,06 gradi Celsius per decennio negli anni ’80 a 0,27 gradi Celsius per decennio nel 2025. Un dato decisamente allarmante, che dovrebbe far riflettere.

Christopher Merchant, a capo dello studio nonché professore di osservazione oceanica e della Terra presso l’Università di Reading, nel Regno Unito, ha spiegato che gli oceani rappresentano il principale dissipatore di calore del nostro pianeta, assorbendo calore dall’atmosfera. Ecco perché rappresentano un importante indicatore del riscaldamento globale. Parafrasando, se gli oceani si riscaldano più rapidamente, allora anche il cambiamento climatico sta accelerando.
“La natura potrebbe fare qualcosa di diverso in futuro, ma con le tendenze attuali, il mondo si sta riscaldando più velocemente di quanto siamo abituati”, ha affermato Merchant a Live Science.
Ricordiamo come il riscaldamento globale provochi non solo l’aumento delle temperature degli oceani, ma anche l’innalzamento del livello del mare, in grado di alimentare fenomeni meteorologici più estremi. Paradossalmente, tende anche a prosciugare i terreni, compromettendo di conseguenza la nostra capacità di coltivare cibo.
Per lo studio, gli scienziati hanno utilizzato dei dati satellitari al fine di modellare le variazioni delle temperature medie globali della superficie del mare nell’arco di diversi decenni. Il team ha inoltre riscontrato un aumento nelle temperature, parallelamente a variazioni naturali causate da eventi come il (purtroppo) celebre El Niño.
Secondo gli esperti, la Terra assorbe più energia di quanta ne emetta, creando un fenomeno chiamato squilibrio energetico terrestre. I gas serra come l’anidride carbonica e il metano intrappolano il calore nell’atmosfera, riscaldando il pianeta e, ovviamente, anche gli oceani.
Merchant ha osservato che il trend è aumentato negli ultimi 15 anni perché la Terra sta assorbendo più luce solare. Probabilmente, ciò è legato alla riduzione della copertura nuvolosa. Con meno nuvole a proteggerci, una maggiore quantità di luce solare è in grado di raggiungere la superficie.
Inoltre, dopo aver scoperto le città più pulite al mondo che in un così delicato argomento dovrebbero rappresentare un esempio da seguire, anche la conseguente riduzione di neve e ghiaccio, fondamentali nel riflettere la luce solare nello spazio, peggiora l’intero pattern.
“Se vogliamo davvero stabilizzare il clima, dovremmo moltiplicare i nostri sforzi per alimentare il nostro stile di vita senza ricorrere ai combustibili fossili”, ha concluso Merchant.