domenica, Maggio 5, 2024

La storia del net nautico italiano

Recentemente a casa di Eugenio, lo skipper di Penelope, ho conosciuto Daniele, un radioamatore noto fra gli skipper oceanici come Grande Laguna: avevo intenzione di parlarvi di come i navigatori oceanici potevano comunicare con la terraferma prima dell’avvento dei satelliti e di internet, e nulla di meglio che farmelo raccontare da chi ha dato assistenza per molti anni a chi era in giro per il mondo in barca…
Ho così pensato di introdurvi sull’argomento parlandovi di come è nato il net nautico italiano, approfittando del racconto che di Carlo Venco su questo argomento.

<<……Molti navigatori oceanici hanno utilizzato, e tuttora utilizzano durante le loro traversate atlantiche, e in un secondo tempo, tramite Enzo Russo, anche del Pacifico,  la radio HF SSB.
La frequenza dei 14422 fu scelta dal radioamatore Pierluigi Zini, I4 ZIN e da me, dopo una disamina delle frequenze radio meno disturbate e immediatamente fuori dalla banda radioamatoriale in uso.
Si usarono inizialmente sempre sui venti, i quindici e quaranta metri, la 14 945 e in alcuni casi di scarsa propagazione la 21 945, mentre la 6 945 tra barche stanziali ai caraibi, il cui successo fu a lungo determinato dalla presenza appassionata della compianta Valeria, una navigante che si dedicò anima e corpo al net con appuntamenti quotidiani.

Piccolo preambolo: tra i primi in Italia a usare in modo occasionale le frequenze radioamatoriali per QSO nautici furono Fogar, durante il suo giro del mondo collegato tramite Eolo Attilio Pratella, giornalista e radioamatore milanese, e in seguito estesi ai partecipanti alla OSTAR del 1976 vedi Preden, Castiglioni, Raab ecc. con nominativi provvisori concessi dalle PTT.

Il net attuale,  invece,  nacque casualmente nel 1984, durante una traversata atlantica insieme ad Angelo, quando una sera non sapendo cosa fare si mise a smanettare con un vecchio Atlas intercettando casualmente con chiamate all’aria(cq, cq, cq) il compianto Pierluigi Zini, il quale da Russi (RA) si fece sentire con un segnale molto forte.

Fummo così emozionati e soddisfatti da quei QSO che decidemmo di renderli regolari e continuativi.
Proposi a Pierluigi di estendere l’invito anche ad altri navigatori italiani che iniziarono intorno a quegli anni a frequentare le Piccole Antille.
Il net prese piede rapidamente e diventò un appuntamento quotidiano molto piacevole.


Inizialmente erano solo chiacchiere, ma in un secondo tempo divenne una vera ancora di salvezza per molti di noi, in anni in cui non esistevano Epirb e tantomeno telefoni satellitari.
Decidemmo con Pierluigi di codificare una serie di priorità che riguardavano la sicurezza: gli appuntamenti, dopo un iniziale appello dei naviganti presenti in frequenza, continuava con una serie di informazioni. In primis la posizione, poi la velocità della barca, l’intensità e la direzione del vento, lo stato del mare, la rotta, le miglia percorse nelle 24 ore, le miglia all’arrivo e infine la salute a bordo e si passava infine ai messaggi importanti ai parenti.Ricordo alcuni episodi in cui l’intervento di I4 ZIN fu determinante per la salvezza di alcuni equipaggi che naufragarono (vedi Rizzi e Pribaz) e furono salvati grazie al suo intervento, fornendo informazioni utili al loro recupero da parte di navi di passaggio….>>

Giorgio Casti, direttore di ‘Bolina’, spiega che: <<…..Zini e’ colui che tiene i contatti tra chi naviga e chi resta in Italia, ed ha un’importanza fondamentale per la sicurezza di tutti i diportisti ‘oceanici’ italiani, che hanno con lui un appuntamento fisso per segnalare la loro posizione, e  se qualcuno manca all’appuntamento senza avvisare prima, Zini avverte tutti gli altri, e in molti casi ha salvato delle vite”…..>>

Continua la storia di Carlo: <<…..Ricordo anche la rabbia e il disappunto che provammo quando, dopo la denuncia di alcuni squallidi nonché invidiosi radioamatori, venne sospesa la licenza a Pierluigi da parte di un ottuso burocrate del Ministero delle telecomunicazioni, con l’accusa di aver parlato con dei “pirati”, poiché nessuno di noi, ai tempi, trasmetteva munito di un regolare nominativo.
Fortunatamente tramite l’intervento di un Ministro che riconobbe i meriti di Pierluigi gli venne riassegnato un nuovo nominativo, ma da allora egli preferì usare lo pseudonimo “dj” durante i nostri successivi collegamenti.

Anche le belle storie purtroppo finiscono, Pierluigi si ammalò e ci lasciò, 11 april2 2012, ma io e con me molti altri lo ricorderemo con affetto e riconoscenza per tutta la nostra vita.
Subentrò a Pierluigi un altro bravo radioamatore, “grande laguna”, che fece per anni le veci di Pigi, affiancato occasionalmente da altri come Angelo di Roma, anch’egli molto assiduo. Questa in breve la storia di questo net che in tempi di epirb, telefoni satellitari, ecc forse non è più necessario, ma conserva per me che l’ha vissuto fin dall’inizio un fascino unico e mai pari a nessun altro tipo di comunicazione…..>>