sabato, Aprile 20, 2024

Il mio pacifico (5)

DA PORTO ARMUELLES  ALLE GALAPAGOS VIA ISLA DEL COCO

04 aprile
In navigazione

Ieri primo giorno di navigazione per la traversata, anche se fino alle Galapagos è solo un acconto; poi si cambia equipaggio e arriveranno due nuovi “marinai”. Saremo sempre in cinque, così non avremo problemi per le guardie. Anche ora  siamo in turni di 2 ore: di notte 1 ora da soli ed 1 ora in compagnia,  di giorno 2 ore da soli; un po’ strana come rotazione, vedremo se verrà applicato anche in seguito.

Siamo partiti ieri alle 14, dopo gli ultimi approvvigionamenti ed aver fatto timbrare i passaporti per l’uscita da Panama,  ed abbiamo trovato subito calma di vento, che è perdurata fino alle 16 di oggi..

Questa notte un acquazzone ha rinfrescato l’aria, ed oggi siamo circondati da nuvoloni peni d’acqua; mentre  scrivo, procediamo a vela a 3,5 nodi, ed a questa velocità arriveremo alle Cocos fra 3,5 giorni, comunque meglio che andare sempre a motore.

Prima di partire, a David,  mi son fatto un regalo: una coppia di auricolari nuovi, per ascoltare la musica   con l’I Pood (si sente benissimo, sono…turbo) , e poi a Porto Armuelles  sono andato a fami tagliare i capelli da una parrucchiera: gran massaggio al cuoio capelluto, un taglio alzo 1 e 2, con pulizia di tutti i peli superflui al naso, orecchie e collo: quasi come in Turchia, dove usano per quest’ultima applicazione il cotone imbevuto di alcool cui poi danno fuoco. Mi ha seguito una bella signora, e mi son fatto coccolare per un po’ anche con il lavaggio della testa……ora sembro un marine (di una volta) pronto per la guerra.


05 aprile
In navigazione

Purtroppo continua la calma di vento,  e non ho molte notizie da darvi: abbiamo incrociato    una nave, tre tartarughe ed abbiamo ricevuto la visita di due rondini che hanno trascorso la notte a bordo: purtroppo una non ce l’ha fatta a ripartire, e stamane è stramazzata, sfinita. Era un batuffolo di penne, senza peso, e mi chiedo come facciano ad attraversare grandi distanze con un corpo così esile….

Il mio turno dalle 02 alle 04 è passato in un attimo, due ore non sono un problema soprattutto quando la temperatura è favorevole: non c’era umidità e si stava bene in maglietta, anche se indossavo il fantastico wind-stopper della Gore, che mi accompagna sempre in navigazione. Appena salito in coperta, mi son fatto il caffè, un po’ di musica per compagnia, e l’oceano mare infinito davanti….  e l’AIS come sicurezza. Mi è quasi dispiaciuto ricevere il cambio, ma di guardie ce ne saranno…

Ora preparo il minestrone, dopo la frittata di oggi, e credo che stasera le mie news vi raggiungeranno attraverso il contatto del comandante.

6 aprile
Isola del Coco-Costarica

Stamane siamo arrivati alla Isla del  Coco con la barca pulita, si, perchè stanotte una serie di acquazzoni ha lavato ben bene la coperta, anche per farci fare una bella figura di fronte alle autorità che ci hanno ricevuto. Sono i Rangers del Costarica, che hanno in custodia questo National Marine Park,  protetto fino a 12 miglia dalla costa, al fine di preservare le specie marittime che qui trovano la possibilità di riprodursi .

Purtroppo non possiamo  scendere a terra, perché non avevamo richiesto  i documenti per l’entrata in Costarica né i permessi per le Cocos; questo non è un posto di frontiera, per cui abbiamo detto che eravamo in transito e ci hanno lasciato restare  fino a domattina, ma con l’obbligo di rimanere a bordo, alla fonda, salvo esigenze di forza maggiore, perché….. non siamo in visita turistica. Peccato, perché il mare è ricchissimo di ogni specie di fauna, e con la guida avremmo potuto sia farci un giro nella foresta  sia fare snorkeling guidato. Non possiamo neppure fare il bagno, ci sono gli squali tigre (magari l’hanno detto per scoraggiarci a disturbare la baia e l’ambiente), ma un tuffo  nelle trasparenti acque   non ce l’ha impedito nessuno.

Fa molto caldo, ci sono molti moscerini che non lasciano in pace, e quindi la permanenza è un po’ difficile. Stanotte non so come faremo, e per la prima volta il caldo si fa sentire pesantemente.

Di fianco a noi è arrivato uno yatch di oltre 50 meri che si specchia nella baia con superba eleganza; qui arrivano anche molte delegazioni di studiosi da tutto il mondo per studiare l’ambiente protetto, tant’è che effettivamente anche attorno alla nostra barca abbiamo pesce in abbondanza, da guardare ma non toccare: pensate che ci hanno anche fatto togliere le canne da pesca da poppa…

A terra si vede molta acqua dolce, piccole casate che scendono direttamente in acqua, e la vegetazione molto rigogliosa invita se non altro ad immortalare da lontano il paesaggio.

Questa sosta ha interrotto il ritmo dei turni, dopo tre giorni si cominciava a prendere la mano, ma lo riprenderemo già domani.

Piccole notizie di contorno: i turni rendono tutto più sonnolento, più rallentato, e l’assenza del vento contribuisce a vivere la barca come una macchina a motore che serve sono a trasferirti da un posto all’altro. La barca a vela offre altre sensazioni, ma bisogna prendere quello che passa….eolo….

Sabato 6 aprile
Isla de Coco

C’è stata una …coda all’Isla de Coco: il pomeriggio siamo scesi a terra, a conoscere il ranger che presidia la baia, e toccare il suolo, almeno quello.

Atterraggio tranquillo, non c’è la differenza di marea come sulla costa continentale (solo un metro), e quindi niente serf, niente bagno non cercato.

La foresta arriva direttamente sul mare, e sulla spiaggia è ricavata una piccola insenatura, dove scende un ruscello, e  dove hanno costruito una capanna/casetta con annessi tutti i servizi per il ranger di turno (30 gg sull’isola e 25  a casa…come un imbarco sul rimorchiatore d’alto mare): lavanderia, generatore, bagno, riserva frigo, dimora, ufficio con internet, radio, TV, e amaca stesa fra un albero e l’altro.

Il ranger ci informa che il generatore non è sempre in funzione, ma nella baia accanto dove i ranger hanno la sede principale c’è un idrogeneratore…..pensate, si son fatti la corrente usando le cascate della foresta; peccato che non siamo riusciti a vederlo, o meglio non potevamo andare in quella baia, anche se  ci passeremo davanti domattina partendo.

Due navette crociera partono da Punta Arena (quella in Costarica, non in Cile, ah ah ah , avevo preso anch’io un abbaglio) ogni settimana ospitando  turisti che vogliono conoscere l’isola e praticare sub, tutto con guida, ma anche tutto l’anno arrivano barche con lo stesso obbiettivo.

C’è acqua dolce in abbondanza, dall’isola sgorga  ovunque formando cascatelle che danno l’idea del fresco, con tutta la calura che c’è durante il giorno.

Davanti alla casetta, da un tubo che  esce dalla foresta e si getta direttamente sulla spiaggia, troviamo un bel getto d’acqua fresca che invita ad una doccia, mentre da un rubinetto prendiamo l’acqua per riempire alcune bottiglie che porteremo a bordo.

Il ranger assomiglia un  po’ a Rambo, stessa taglia e stesso abbigliamento, e l’ambiente è comunque quello. Facciamo due chiacchiere, scatto alcune fotografie,  mentre gli uccellini ci saltellano attorno senza paura: qui sono protetti, e non hanno paura dell’uomo…. e nemmeno in acqua, perché quando dopo mi butterò dalla barca  alcuni pesci mi son venuti vicino a curiosare.

Ricordo il viaggio ad Aitutaki, nelle isole Cook, quando facendo il bagno  i pesciolini venivano a mangiare il pane nella mano…chissà se ancora adesso è così…….che emozione…..peccato che in seguito,  nella traversata con il Lycia, non vi siamo ritornati, nonostante la possibilità….

Dietro alla casetta del Ranger una stradina ben tenuta porta in salita dentro alla foresta, e la percorriamo per un po’, così ci rendiamo conto della bella vegetazione (fiorente  e curata lungo la stradina); ho fotografato una felce gigante grande così….me la sarei portata a casa per appenderla al soffitto davanti alla finestra….

Sempre davanti alla casetta, ma sulla spiaggia, ci sono molti massi di granito, molti dei quali portano i graffiti di visitatori illustri.

C’è anche quello di Custeau datato 1987, che ha passato molto tempo con il ranger per le sue ricerche sui pesci.

Rientrando vediamo alcune forme girare in acqua attorno al canotto: sono squaletti di circa un metro, a riprova che ci sono, ma non ci impediranno poco dopo di tuffarci dalla barca per rinfrescarci.

Quest’appendice inaspettata ha dato un tocco di personalità a questa breve visita all’Isla de Coco, perché onestamente stamane quando i rangers ci hanno lasciato, mi era rimasta la bocca amara: fare oltre 300 miglia (di cui 250 a motore) , una deviazione rispetto alla meta principale (ce ne aspettano altre 450) semplicemente per stare 24 ore alla fonda, al caldo, senza fare il bagno ne scendere a terra, mi era sembrato  un…passo falso nella programmazione di questa tratta, ma per fortuna il comandante ha tirato fuori l’asso dalla manica ed ha recuperato la posta sul  piatto.

Dulcis in fundo, con internet a bordo,  abbiamo potuto riprendere i collegamenti che ormai vediamo essere possibili quasi dappertutto. E la sera…per la febbre del sabato sera….pizza per tutti….

Martedì 9 aprile
In navigazione

Siamo poi partiti da Cocos l’altra mattina alle 9, senza vento, e fino ad ieri pomeriggio la situazione non né variata. Con un consumo medio di 4litri/h ad una velocità media di 5, con una riserva di 350l di gasolio, abbiamo un’autonomia a motore di circa 450miglia, appena sufficiente per arrivare a destinazione; la prospettiva di essere “scarsi di vento” ci lasciava un po’ perplessi, e quando ieri pomeriggio abbiamo finalmente potuto aprire il fiocco ed andare solo a vela, abbiamo tirato un sospiro di sollievo, non solo per l’arrivo del vento dalla direzione giusta, ma anche per non avere più il rumore del motore sempre sulle orecchie. Fa un certo che essere in mezzo all’oceano ed andare a motore….

Sono ripresi i turni, il ritmo è ormai collaudato e fra la lettura di un libro, le parole crociate, il rito dell’aperitivo, mangiare, dormire e fare la guardia, la giornata passa abbastanza in fretta.

Il momento più bello è quando monto di guardia la notte: mi sveglio al suono dell’allarme dell’orologio, metto la testa sotto l’acqua per svegliarmi, e poi esco in coperta. Mi faccio  subito il caffè caldo, fuori non fa freddo,  e quindi me lo gusto all’aperto, appoggiato alla cappottina, con l’oceano che scorre sotto la chiglia, per soffitto un manto di stelle, con la musica metaforica del “soundofsilence” nelle orecchie,  oltre a quella  dall’I Pood.

Mancano circa 200 miglia all’equatore, e circa 250 all’arrivo alle Galapagos, dove dovremmo atterrare posdomani all’isola di San Cristobal.

mercoledì 10 aprile
mattina

Continua l’avvicinamento alle Galapagos verso sud, vento a circa 15 nodi, da SE, bolina larga (questa barca non la prende sotto i 45° di apparente), pilota automatico regolato con il vento,   e ogni tanto motore per caricare le batterie. Siamo larghi sulla dritta rispetto alla rotta ottimale, ma il comandante ha scelto di continuare su questo bordo, sperando che il vento ruoti ad EST in modo che ci consenta di mantenere la navigazione a vela.

Cielo prevalentemente coperto, buona visibilità, notte chiara e più fresca del solito.

Per tutta la giornata di ieri abbiamo avuto un’ospite a bordo: una sula (almeno dovrebbe essere lei), che nella mattinata si è appoggiata a prua. Occhi neri, becco turchino (come le fate), zampe rosse.

Abbiamo assistito al suo rintuzzare i tentativi di altre sule di accomodarsi con lei, alla meticolosa pulizia durata almeno 3 ore, al suo mettersi in posa per i fotografi di bordo, al suo dormire in equilibrio, afferrata sul pulpito di prua, nonostante le zampe palmate.

Stamane all’alba se n’è andata, si è accodata ad altre 2 compagne di viaggio, ed ha ripreso la navigazione …aerea verso Sud: arriverà prima di noi alla meta.

Abbiamo incontrato anche un grosso branco di tonni,  3 grossi squali (non mi sembravano tonni) ed alcuni delfini. La canna da pesca purtroppo è sempre a riposo, addirittura riposta nel gavone a poppa, ed ormai non chiedo più di metterla in opera (rischierei di indispettire il comandante, perchè….potremmo pescare qualcosa…), e quindi la giornata prosegue piuttosto incolore, in attesa delle routine di bordo.

mercoledì 10 aprile
Pomeriggio

Oggi, a pranzo, con sorpresa graditissima, abbiamo mangiato un altro filetto del pesce da me pescato, …e , udite udite,  abbiamo di nuovo  la canna in azione, stiamo pescando alla traina.

Il comandante verso mezzogiorno ha cambiato esca, ha tolto il rapala che a me piace tanto  ed ha messo il calamaro rosso ed argento (per il quale non nutro simpatia): vedremo, spero che non si peschi nulla….perchè poi chi lo mangia?

Quello di oggi è stato fatto al forno, intero,  come un arrosto di carne, ed è venuto bene: olio ed aglio e vino ed aceto….. In cambio stasera condividerò pasta con i broccoli….

A pranzo ho fatto due conti sulle miglia che mancano, ed ho visto che passeremo l’equatore verso mezzanotte. Ho subito detto la mia, cercando di stimolare un po’ di vivacità sull’importante avvenimento: ieri avevo raccontato dell’acqua nel lavandino che a Sud esce dallo scarico ruotando a SN anziché a DX come al Nord, oggi ho detto che porta male non stappare una bottiglia di spumante ad ogni passaggio di questo parallelo.  E così l’armatrice mi ha fatto da spalla, unica ma buona sostenitrice, e dopo un po’ di tentativi di elusione (ma è di notte, a chi interessa, sprecare una bottiglia…la metteremo in fresco più tardi, c’è tempo…) il comandante si è sentito in dovere di prendere in mano la situazione, e si è tuffato in un gavone a prua da dove è uscito con una bottiglia di spumante, che ha messo in frigo.

Io me ne sono stato sempre zitto, ma…..che soddisfazione….e stanotte ci sarò ò anch’io a brindare, perché passeremo l’equatore durante la  mia guardia…ah ah ah

Giovedì 11 aprile
atterraggio alle Galapagos

Stanotte abbiamo  festeggiato il passaggio dell’equatore: alle 01.30 circa  eravamo tutti attorno al GPS per fotografare lo 0°00’,000, e dopo aver stappato la fresca bottiglia di spumante ed esserci immortalati con l’autoscatto, ce ne siamo ritornati chi  in branda e chi in coperta di guardia. Io sono montato dalle 4 alle 6, senza vento  e quindi a motore, con un bel cielo stellato, ed è stato possibile riconoscere alcune costellazioni, il pianeta giove e Saturno, ed alcune stelle luminose.

Unica nota  interessante : ieri sera, parlando con le signore di bordo, l’argomento è caduto sulla religione, ed ho scoperto che una delle due è protestante: siamo riusciti per la prima volta dopo oltre un mese a parlare di qualcosa di culturalmente interessante, anche se l’argomento meriterebbe competenze specifiche in materia, specie quando si tratta di contrapporre l’una al cristianesimo…comunque almeno sono emersi i nostri limiti, ed è già qualcosa di umano che abbiamo condiviso…..

Stamane alle 12 circa abbiamo dato fondo a S.Cristobal, dopo  4 giorni di navigazione e circa 46 ore di motore. È subito arrivato l’agente, ed attendiamo le autorità per sbrigare le pratiche di entrata verso le 14.30. Abbiamo un’ora di fuso in meno (6 ore indietro con l’italia), una buona copertura con il cellulare, e spero anche con internet: vedremo.

Ora vedremo cosa ci riservano queste isole, che devono gran parte della loro fama a  Darwin che qui ha formulato la teoria dell’evoluzione delle specie animali e vegetali per selezione naturale: mi sono attrezzato con ben due fotocamere per non…… perdere un colpo….vedremo i risultati.

…e con queste righe termina  anche la parte della  traversata dal continente Americano (Panama) alle Galapagos…..