sabato, Dicembre 7, 2024

Luigi Ottogalli – Marzo

Il personaggio del mese di febbraio: LUIGI OTTOGALLI

Ho terminato di leggere il  libro di Luigi ( mi perdonerà il < tu > confidenziale) “In fuga da Buenos Aires a Trinidad”, e mi ero riproposto di approfondire la sua conoscenza, incuriosito dal contenuto del  testo; si, perché  anch’io ho navigato alcuni anni sulla rotta lungo le coste del Brasile fino a Buenos Aires,  con navi passeggeri e da carico, e leggendo ho ripercorso alcune tappe e rivisto luoghi importanti , peraltro ampiamente descritti rispettando anche le esigenze di un  portolano….
Come dimenticare l’arrivo a Baires,  la navigazione lungo il Rio de la Plata  alias Rio dell’Argento, fiume della ricchezza e del danaro…. e pensare che  sono risalito lungo  il Rio Parana fino a Rosario, nelle terre di Ferruzzi, per imbarcare 10.000 T di grano….. ; oppure Rio Grande do Sul, dove siamo stati speronati stando alla fonda da una nave brasiliana  che aveva arato; Salvador de Bahia, famosa per le sue chiese….

Così ho cercato di lui in internet, ho ascoltato le interviste che ha concesso, ho letto la sua storia, di cui riporterò alcuni stralci,  e ho deciso di parlarvene nella rubrica “il personaggio del mese”.
Per prima cosa gli ho scritto, pregandolo di partecipare alla mia iniziativa, e mi sono anche “prenotato” per andarlo a trovare, dacché non sarà un problema dare fondo davanti a casa sua lungo la rotta che ogni settimana durante l’inverno  mi porta da Verona in Val Gardena.
Mi ha risposto, trovate in calce il suo contributo, ma prima vorrei integrare l’articolo con altre notizie su di lui, che consentiranno di conoscerlo più da vicino …..il che non è certo facile, perché Luigi Ottogalli racchiude in sé tanti profili, o meglio molte vite:

Ex architetto nella Milano degli Anni 70, negli anni ’80 ha fatto prima scuola vela e charter ;  poi comincia a navigare prima  per il Mediterraneo e poi nei Caraibi…. ; nell’ultimo viaggio che ha iniziato agli inizi del 2000, dall’Argentina al Brasile,  ha privilegiato il  viaggio lento, non nel senso di navigare lentamente, ma di fermarsi  tanto tempo nei luoghi raggiunti per visitarli e meglio comprendere ed entrare nello spirito; infine scrittore di viaggi per mare, portolani e romanzi; l’ultimo libro edito dal Frangente  è infatti “ il mistero della cripta di Kastellorizo:  è un triller ambientato fra Venezia e la costa Lycia.

         

E’ evidente il “taglio “ filosofico della sua  vita: la curiosità, la ricerca dell’avventura in ogni esperienza, la scelta controcorrente di  navigare in luoghi meno battuti dalle rotte classiche , quelle che vanno da EST verso OVEST,  privilegiando gli incontri umani…  il mare è stato l’ambiente che ha plasmato il suo percorso, ed il viaggio in barca a vela, è senz’altro da questo punto di vista uno dei mezzi migliori per entrare in contatto con le persone.

Adesso   vive in trentino, la sua  vita attuale è divisa fra la scrittura, la pittura e la cura di un  cavallo, quest’ultima  abbastanza totalizzante:  il tutto non gli fa certo mancare la navigazione, anche se gli manca il senso di libertà che solo il mare può dare….

Come Luigi racconta:<<….:…. in mare non ci sono confini fisici…… può sembrare paradossale ma mi mancano   molto i momenti di fatica, di tensione, quelli delle burrasche, quelli in cui sudi, hai timore, non dico paura, che però sono ripagati dalla calma successiva o dal buon porto…..>>

Ha avuto una grandissima fortuna, incontrare una donna, Silvia,  con cui programmare e realizzare un progetto di vita che ha arricchito entrambi, un’esperienza bellissima un  lungo viaggio ha rafforzato molto il loro  rapporto di coppia.

Ciao Luigi ( posso darti del tu?)
Certo, volentieri!

Sicuramente avrai saputo da Antonio Penati della riapertura del sito rotte di tutto il mondo ( che seguo) avvenuta a Gennaio, e ti avrà parlato dell’iniziativa di raccontare nella rubrica “il personaggio del mese” la storia di un navigatore, magari prendendo spunto da un libro che è stato pubblicato dal Frangente.
Si Antonio me ne ha parlato, del resto ho seguito e partecipato a “Rotte di tutto il Mondo” fin dalle origini.
Se dovessi prendere spunto da uno dei miei libri non potrei che fare riferimento a “La Rotta a Zig Zag, incontri con i naviganti degli oceani” il primo pubblicato; è di certo il più emblematico perché raccoglie la mia filosofia di viaggio senza una particolare programmazione ,  lento, nel senso che le soste sono sempre più lunghe delle navigazioni, da alcuni mesi, e perfino anni, per entrare completamente nello spirito dei luoghi visitati.

Sono certo che anche la tua esperienza possa interessare velisti, navigatori, amanti del mare e frequentatori del sito, perché è una testimonianza importante di come un uomo possa vivere il mare, attraversare gli oceani, vivere in barca senza compromessi e credo senza rimpianti.
Ogni scelta di un navigante è di certo interessante per tutti gli altri, ciascuno arriva alla propria  con percorsi personali, e anche il modo di vivere la vela e il mare è  una scelta personale; rimane alla base il comune senso di avventura e desiderio di libertà.

Forse la maturazione di certe scelte arriva come una fulminazione (sulla via di Damasco ? ahaha) , perché a pensarci bene qualcuno ti avrà chiesto <<…: ma chi te lo fa fare?…..>>, eppure nell’uomo ci sono alcuni stimoli irrefrenabili che lo portano a vedere cosa c’è dietro l’angolo…..per fortuna….
Come appunto ti ho detto le scelte sono sempre molto personali, nel mio caso vengo da una professione di architetto, e la “folgorazione sulla via di Damasco” venne moltissimi anni fa leggendo il libro di Slocum “Solo attorno al mondo” comprato all’edicola della stazione del mio treno da pendolare.
Tenendo presente che fino ad allora non avevo la minima idea di chi fosse Josuha Slocum, e a parte i racconti di un mio zio Argentino che attraversò più volte l’Atlantico a vela nell’immediato dopo guerra, i mie contatti con il mondo della vela erano stati zero!
Al proposito, su invito di Antonio sto appunto scrivendo di questa “conversione” e di come abbia poi proceduto il mio passaggio da architetto a navigatore a tempo pieno.
In breve dopo l’incontro con Slocum, prima divenni un comune diportista: Lavoro, famiglia, crociere estive, poi sempre un incontro sul treno da pendolare, in cui colsi la conversazione tra due signori “Trent’anni fa questo treno non si fermava in questa stazione…”mi convinsero che non potevo ridurmi in quelle condizioni, dovevo cambiare lavoro e vita!

Eravamo a cavallo tra la fine degli anni’70 e inizio’80, Intrapresi quindi un attività di Scuola Vela (Crociere Scuola, patenti nautiche…), inizialmente mantenendo la mia professione di architetto.
L’attività mi appassionò e divenne sempre più totalizzante, lo scotto fu il disgregamento del mio nucleo familiare, le aspettative e i percorsi di vita di mia mogie e miei non coincidevano più.
Passando all’attività a tempo pieno navigai inizialmente nel Mediterraneo Orientale, per poi compiere i primi viaggi oceanici, con doppia stagione, inverno Caraibico ed estate in Grecia e Turchia.
Nel corso di un trasferimento da Rodi verso Gibilterra venni colto da una “burrasca perfetta” nel canale di Sicilia, e mi fermai a Pantelleria.
Colto dalla magia dell’Isola, acquistai un antico dammuso e ripartii destinazione Brasile, con in programma un Giro del Mondo.
Giunto in Brasile, l’architetto mai sopito (lo si è per sempre…) mi convinse di rientrare a Pantelleria, ristrutturare il dammuso (un grande complesso agricolo del 1700) e poi ripartire.
Rimasi a Pantelleria per altri dodici anni riprendendo la mia professione, fino a quando incontrai Silvia, la mia attuale compagna, con cui decidemmo di partire per un lungo viaggio per mare senza una meta precisa.

Salpammo da Trapani nel 2004 e il viaggio si concluse nel 2017 in Guatemala a causa di miei problemi di salute che mi sconsigliavano di non stare a lungo lontano da una buona struttura sanitaria.
Questo fu un viaggio senza risvolti professionali, solo la nostra barca il Jonathan (uno Sciarrelli di 12,50 metri), e il nostro desiderio di esplorare il mondo con lentezza; nel corso del viaggio la meta più lontana raggiunta fu l’Argentina (in cui ci fermammo per quasi due anni) che raggiungemmo passando per il Senegal, il Brasile e l’Uruguay.
Poi nuovamente Brasile, Guayana Francese, Trinidad, Piccole Antille. Antille Olandesi, Haiti, Jamaica, Cuba, Guatemala, Messico, Panama ,San Blas, Columbia.
Tutto il viaggio è stato raccontato in diversi libri pubblicati da il Frangente.

Ora sono tornato “terricolo”, la navigazione in alcuni momenti mi manca, ma come dice l’amico Antonio “Ogni stagione ha il suo melone…” quindi vivo tra le montagne del Trentino, ho ripreso la mia primigenia passione per cavalli ed equitazione, e il lato esplorativo è coperto da giri con una moto Guzzi d’epoca.
Lo spirito del viaggio, la curiosità per luoghi e incontri, non è cambiata, è solo cambiato il raggio d’azione e il mezzo!