lunedì, Ottobre 7, 2024

Chicca Pestarini – Marzo

Mi ero proposto di avere come ospiti nella rubrica “il personaggio del mese” le compagne e mogli dei navigatori, ed ero certo che per gli amici di RTM  sarebbe  sorprendente conoscerle più da vicino. Siamo abituati ad associare a certe imprese solo la presenza maschile, e non pensiamo che dietro a grandi navigatori (perché tali sono coloro che hanno deciso di realizzarsi in mare, siano regatanti o skipper) ci sono grandi navigatrici.

Dopo Irene Nava, moglie di Gigi, oggi vi presento Chicca, la moglie di Andrea Pestarini, una delle poche donne CAP HORNIER. Laureata in lingue, naviga con Andrea dal 1999, ama vivere a bordo, conoscere persone e perdersi nel mondo………

Quando vado a trovare Antonio Penati nel suo antro, così definisco la “grotta” fra le volte di un vecchio palazzo in cui è stata ricavato il Frangente, gli chiedo sempre come sta Andrea, perché questo è il nome che ho sentito più spesso a bordo del Lycia, quando ogni giorno si collegavano in radio, uno sul Lycia dal Pacifico in Polinesia, l’altro sul Mai Stracc nell’Indiano in Nuova Zelanda. Io ascoltavo le condizioni spesso impegnative che incontravano al limite dei 40 ruggenti, ed usciva sempre il nome di Chicca…..Poco prima che partisse per Baia California, dove raggiungeva Andrea a bordo del Durlindana,  le ho chiesto un’intervista, ed ecco la sua storia…….

Mi ha sempre incuriosito questo nome, ma non sapevo se era un diminutivo o un soprannome, abitudine che una volta era comune fra “noi ragazzi”, e così quando gliel’ho chiesto mi ha detto di chiamarsi Maria Bono, e <<…quando è arrivato Andrea, anche a lui è piaciuto questo nomignolo e quindi Chicca è rimasto il mio nome e per tutti sono Chicca>>.

Le ho chiesto di raccontarmi quelli erano le sue ambizioni da giovane, <<….Da ragazza ero un po’ esterofila, amavo le lingue e le culture straniere e quindi la mia intenzione era quella di viaggiare, di andare in giro per il mondo, ed è quello che ho fatto. 

Sono laureata in lingue e faccio traduzioni editoriali. Negli ultimi anni traduco in particolare per il Frangente, cosa che posso fare anche quando sono in navigazione. Alla fine ho concretizzato quello che volevo realizzare. Poi il mezzo è stato la barca a vela, ma poteva essere qualunque altra cosa.……>>…

In due casi ha usato le parole ”quello che volevo” il che significa che è una persona determinata: ho pensato che anche le sue scelte sono frutto di sogni avuti fin da giovane, ma non sapevo cosa l’avesse fatta  innamorare del mare e pensare ad una vita in barca.  <<….Si, volevo viaggiare, e quando nel 1999 ho incontrato Andrea ho iniziato ad andar per mare. Certo prima avevo fatto qualche vacanza in barca a vela, ma era una cosa diversa, niente a che vedere con la vita che poi ho fatto con lui.

Nel 2001, dopo i Caraibi, abbiamo passato Panama e ci siamo persi in Pacifico, un oceano incredibile che ci ha mostrato un mondo tutto da scoprire. Poi la prima traversata a 40 sud, i Quaranta Ruggenti, per tornare dalla Nuova Zelanda alla Polinesia francese, che non voleva e non vuole uscire dal nostro cuore.>>

Ma forse c’è anche un’altra verità, perchè  chi è nato in città di mare ne subisce il fascino, e anche per Chicca è stato così: <<…..Il mare: io sono di origine siciliana, Milazzo, figurati……il mare da un lato e dall’altro, ponente e levante. Però sono nata e cresciuta a Genova, ancora una volta sul mare, per cui questo elemento per me è importantissimo, come ambiente: amo nuotare, amo la natura ed ecco che il mare mi consente di vivere queste cose >>

Certo che vivere in barca non è come vivere a terra, bisogna abituarsi alla promiscuità, agli spazi ristretti, e per una donna di solito è più difficile rinunciare alla propria “intimità, però la sua risposta  non mi ha sorpreso:  <<….… La barca mi dà la libertà, la possibilità di visitare altri luoghi, conoscere altre culture. Ho iniziato sul Mai Stracc, una barca di 36’, con spazi ristretti e poca intimità, però c’era tanto entusiasmo, per tanti tanti anni siamo andati avanti così e per me è stato perfetto…>>

Andrea Pestarini: avrete già letto l’intervista che gli ho fatto e pubblicato lo scorso luglio (ecco il link), e mi è venuta spontanea una domanda: la svolta per cambiare vita è stata l’incontro con Andrea? dove? cosa hai visto in lui da farti mollare tutto? Il classico colpo di fulmine?
<<…..Sì sicuramente: conoscevo Andrea da qualche anno, quando ho deciso di partire con lui.  Eravamo amici, avevamo in comune l’amore per le lingue straniere, per i viaggi, per i libri, poi dopo qualche anno siamo diventati una coppia. Inizialmente ho preso dei periodi di aspettativa dall’insegnamento, all’epoca insegnavo francese in un liceo linguistico; così ho fatto la prima traversata di ritorno, partendo da Saint Martin Caraibi e arrivando alle Azzorre, e da lì ho deciso di lasciare l’insegnamento e la casa editrice per la quali lavoravo, e sono partita con Andrea su un barca a vela…>>.

E qui ho cominciato ad andare indietro con il pensiero….e il navigar  m’è dolce in questo mar… quante volte anche noi abbiamo pensato di mollare tutto e prendere il mare? Il giro del mondo: sapendo dei viaggi che ha fatto con Andrea volevo sapere che effetto le avesse fatto essere sempre in giro dal “polo Nord al Polo Sud”<<….Il giro del mondo, o le navigazioni da nord a sud, da est a ovest…..non c’è un verso, è la nostra vita, non siamo in regata, siamo andati dove ci portavano le stagioni, ma anche la voglia di scoperta…
Nel 2007 eravamo in Thailandia, e abbiamo deciso di andare a cercare il ghiaccio, così è nato uno dei nostri viaggi più belli, prima Singapore, poi Hong Kong quindi il Giappone, dove abbiamo ricevuto il più caloroso benvenuto della nostra vita in navigazione, quindi 42 giorni di mare per arrivare in Alaska e rimanere stregati dal ghiaccio … >>

E in una vita in simbiosi con Andrea e con il mare: chi avrà dato di più <<….in una coppia, in mezzo al mare o in alta montagna, ognuno da quello che può…io ho dato tutto quello che ho potuto e continuo a dare tutto quello che posso, ho una relazione nella quale credo e penso sia lo stesso anche per  Andrea, anzi ne sono certa. Il mare: mi ha dato moltissimo, sicuramente mi ha dato più lui, e continua a darmi…>>

Le ho chiesto dei ricordi: belli, brutti, e..…la paura: <<…. Non c’è un ricordo più bello, ci sono molti ricordi belli che riguardano la mia vita e la mia vita con Andrea: penso a quando da Usuhaia abbiamo messo la prua del Mai Stracc prima su Capo Horn e poi attraversato lo stretto di Drake per raggiungere L’Antartide…
Se invece parliamo di “fotografie” ho impressa negli occhi la prima volta che ho visto un pinguino in Antartide, o il primo orso in Alaska, la prima volta che ho visto un iceberg enorme in Groenlandia, o una bambina polinesiana, oppure le prime orche.

 I ricordi più brutti sono legati al brutto tempo, tempeste, uragani, ne abbiamo preso uno in Belize e per fortuna ci siamo rifugiati in un buco e non è successo nulla; oppure quando abbiamo avuto l’incidente del disalberamento, o la corrente del golfo con il mare molto formato ed il vento fortissimo; tutti ricordi legati a situazioni difficili in mare…..>>
Paura, si tante volte, ma la certezza di avere accanto a me Andrea, una persona competente, parlo chiaramente della navigazione, mi da sicurezza, lo guardo e  so cosa devo fare e mi calmo.


Volevo sapere se aveva mai avuto rimpianti per una vita di terra, di una famiglia “terricola”, e comunque  se nel suo girovagar per mare avesse incontrato molte compagne di navigatori,  che cosa le accomuna, se tiene rapporti con loro e se si sentono diverse dalle donne “di terra” <<…… Non ho mai avuto rimpianti, sono contenta di quello che sto sfacendo: so che ci sarà un momento della mia vita in cui preferirò rimanere a terra per periodi più lunghi, questo Andrea lo sa, e vedremo, ci organizzeremo sicuramente….
Ho qualche amica che fa la mia vita, poche a dire la verità…ci incontriamo ogni 2-3-4 anni in base alle nostre rotte. Una delle mie amiche più care è una francese, Marie, ma ho anche qualche cara amica italiana, Mira,  Alessandra ad esempio, con le quali condivido questo stile di vita oppure Sara, Tiziana. In genere però sono più gli stranieri a vivere come noi.
Comunque sì, ho tante amiche e tanti ricordi che ci accomunano: ci sentiamo un po’ diverse nel senso negativo e positivo del termine rispetto alle donne che vivono una vita normale, hanno una routine con una casa, una macchina… io ho una barca e per me è normale, non dobbiamo neanche spiegarcelo, perchè lo sappiamo……>> 

Le ho chiesto se nella vita ha preso decisioni che si sono rivelate sagge: <<…Decisioni sagge: probabilmente quando ho deciso di rientrare in Italia ed accettare il “ruolo” della scuola, perchè quando avevo lasciato l’insegnamento non lo ero ancora (di ruolo) , per cui ho fatto “l’ anno di prova” , e adesso sono titolare di cattedra, mi sono messa  in aspettativa, che rinnovo tutti gli anni, per ricongiungimento con il coniuge….così si dice.  Questo mi dà un po’ di sicurezza, se dovesse succedere qualche guaio so di avere un paracadute: non l’ho ancora mai utilizzato, ma so che c’è… questa è stata una decisione saggia…e non ho rimpianti per decisioni non prese…>> 

E  queste sono le “sue” barche: <<….La mia barca è sempre stata il Mai Stracc, una piccola barca di 36’ che mi ha permesso di fare la vita che sto facendo adesso… Per due estati di seguito abbiamo utilizzato la barca di amici, CHIO, una barca molto bella  che ho amato moltissimo, nella quale mi sono sentita tranquilla, a mio agio… non è grandissima per cui posso potarla anch’io, veramente bella e che mi è rimasta nel cuore.
Poi negli anni mi sono imbarcata con amici comandanti o su barche di armatori. Per tre anni sono stata su una barca di francesi, che faceva un giro del mondo, ma la mia barca resta il Mai Stracc.
Poi c’è Durlindana, una barca molto grande, un po’complicata per me… 21 metri di barca non sono uno scherzo, una barca da lavoro, una vera barca a vela, che abbiamo acquistato  nel 2016 e con la quale stiamo navigando da nord a sud e da est a ovest per mostrare alle persone che vengono con noi il mondo visto da una barca a vela, per condividere luoghi, incontri, amici, esperienze…

 

Siamo verso la fine dell’intervista: volvo sapere delle sue passioni oltre al mare, del suo desiderio più grande ….adesso. <<….Non ho passioni segrete; la lettura, la traduzione editoriale, e mi piace fare sport, nuotare, camminare sciare……stare in movimento.
Il mio desiderio più grande adesso è ritornare a vivere, dopo il covid, dopo varie disavventure che abbiamo avuto, riprendere la nostra vita, la mia vita con Andrea, e cercare di andare avanti nel miglior modo possibile. Continua a piacermi stare in giro, in giro per il mondo, a fare esperienze nuove… mi piace meno stare a terra, non nel senso di terra ma di stanziale, non sono capace si stare ferma e mettere radici……perchè le mie radici le ho con Andrea.

…e quali sono i suoi programmi per il futuro:<<…Adesso sono in partenza per la Baia California per raggiungere Andrea a bordo di Durlindana. Dobbiamo finire un grosso cantiere per ripartire e riprendere il nostro programma di navigazione.
Salperemo a fine aprile e faremo la traversata del Pacifico, rotta sulle Marchesi, poi  rimarremo tutta l’estate alle Tuamotu, e a settembre alle isole della Società.  

Ecco…..Questa è la mia storia, chiaramente una storia di mare, ma anche di passione, una passione che non lascia scelte, anzi comanda, obbliga e ti porta lontano.
Sono una persona normale, che ha avuto la fortuna di aver incontrato l’anima gemella e di poter vivere la vita come volevamo viverla, e come abbiamo sognato di vivere: un  viaggio straordinario.
Probabilmente quello che ci contraddistingue come coppia è la passione che abbiamo e la gioia che questa vita continua a darci, perché a prua c’è sempre una nuova isola, un nuovo orizzonte e non vediamo l’ora di scoprirli…..>>.

Grazie Chicca, buon vento