sabato, Settembre 13, 2025

La prima impressione

IBIZA, un’isola che molti hanno conosciuto da giovani, musica, sballo, notti folli, altro che navigazione o giri in mountain bike. Io ci sono stato molti anni fa partendo da San Remo, una splendida navigazione a bordo di Gin Tonic, di nome e di fatto ( si, perchè a bordo questo cocktail non mancava mai):  una veleggiata memorabile attraverso il Golfo del Leone, per approdare sul marina  Botafoc. Ho un ricordo indelebile, eravamo ormeggiato sul pontile fronte mare, ancora a prua a cime a poppa, e nel pomeriggio è arrivato un temporale da sud con tromba di vento a 40 nodi: con tutto il motore avanti abbiamo fatto fatica a rimanere in posizione, senza sbattere con la poppa in banchina. Episodi come questo mi risulta capitino abbastanza spesso, e quest’anno almeno 2 volte.
Leggo con piacere l’articolo scritto da un amico velista, ma i tempi sono cambiati…

La prima impressione, appena messo piede a terra, è stata quella di essere fuori posto. La prima immagine che Ibiza ci ha offerto della fauna umana che la popola è quella stereotipata che uno si immagina prima di andarci: ricchezza ostentata in modo cafonal.
E invece l’isola, soprattutto il centro storico della cittadina (un po’ Bonifacio, un po’ Rodi), è stata una piacevolissima sorpresa.

Certo, la sensazione è quella offerta da quasi tutti i centri storici del Mediterraneo, cioè di camminare in un affollato centro commerciale fatto di botteghe con prodotti cinesi e di locali, più o meno eleganti, per turisti più o meno danarosi; questi ultimi qui decisamente abbondanti. La vista dalla cima della rocca è davvero spettacolare e merita la fatica di salirci.

Finalmente un po’ di vela dopo tanto motore, a volte schivando il traffico marittimo serrato e veloce di Wally-tender e simili, altre volte incrociando la rotta con un branco di delfini.
Il marina (Botafoc) è molto ordinato ed efficiente, per quanto un po’ caro per essere giugno. Stupisce, ma forse neanche tanto, che ci siano pochissime barche a vela, anche di quelle da ricchi che in Costa Azzurra e in Sardegna si alternano generalmente ai megayacht.

Un traghettino di legno fa la spola fra il marina e il centro città, dove consumiamo una triste paella a base di mariscos e pescado i cui mariscos si esauriscono in tre cozze avvizzite e il pescado in quattro o cinque cubetti di merluzzo preso in chissà quali remoti mari. Che poi, non me ne vogliano gli amici spagnoli, la paella al risotto je spiccia casa in ogni caso!
Alla via così!