giovedì, Aprile 18, 2024

Il cacciatore di polipi

 

Ho avuto a bordo  un personaggio particolare, austriaco di origine, ma apolide di  indole. Ha vissuto in Grecia, Italia ed ora in Svizzera, ma è sempre in giro di qua e di la.

Vuole comperarsi un catamarano, ma da austriaco, senza il mare,  non era mai andato in barca e mi ha chiesto di venire con me in Grecia  per imparare….

Ok, io ti insegno ad andare in barca e tu cosa mi insegni?  E lui: a giocare con i polipi e a prenderli con le mani, ma solo in Grecia, perché io conosco i polipi greci.

E così  ad Erikussa, la prima fermata in territorio greco,  a nord di Corfu, isoletta che sa un po’ di Venezia e di Grecia, lui scende in acqua con la muta ed i piombi,  armato solo del guanto destro      ( perché non è mancino) di pelle gialla e di una pallina bianca.

Dopo un po’scendo a terra con il marinaio, con il dinghi, a fare la spesa, mi gusto il primo “greak coffee” della stagione, mi gusto l’atmosfera assolata e candida delle stradine su cui si affacciano le case bianche con gli scuri azzurri, e mentre il marinaio porta a bordo le cibarie io me ne ritorno a nuoto con la maschera.

Fondale di sabbia  e sotto la barca, vicino ad un sacchetto vuoto di patatine  ( i soliti vandali del mare) vedo un…polipo. Non ne avevo mai visti sul fondale, a spasso, e  non saprei  dove possano nascondersi sulla sabbia, o vivere, e scendo per vederlo meglio, in un fondale di cinque metri,  sapendo che non sarei senz’altro capace di prenderlo a mani nude e lo.. punto.

Lui allarga i tentacoli, sulla difensiva, ci guardiamo e lui rimane immobile.

Devo risalire per prendere fiato, poi ridiscendo ma lui non c’è più. C’è solo il sacchetto vuoto delle patatine, a testimoniare il passaggio di una barca di vandali.

Dopo un po’ rientra a bordo il cacciatore di polipi, con il guanto giallo in una mano ed il sacchetto delle patatine che avevo visto prima sul fondo, nell’altra.

Mario vieni,vieni, che ti insegno a prendere i polipi con le mani.

Bisogna sapere che i polipi sono animali individualisti, ermafroditi, cannibali anche con se stessi,  sono un po’ stupidi, ma curiosi e amano la “coquetterie”.  Sono attirati da ciò che luccica, dalle conchiglie vuote, e hanno una memoria visiva. Amano la comodità, hanno sempre più di una tana, e si  trasferiscono da una all’altra continuamente. Una  scatola vuota, un barattolo aperto, il mattone forato, insomma: dove c’è un buco da adibire a  rifugio, anche sotto ad una pietra , ognuno di questi può essere una tana da polipo.

Come lo diventa? Sicuramente coprendola di sabbia, ma abbellendo l’entrata della tana con conchiglie, così la riconoscono facilmente.

Pertanto, se nuotando si nota un buco sulla sabbia ricoperto di conchiglie, o un barattolo con attorno conchiglie vuote, o un sasso un po’ scoperto con una scia di conchigliette vicino, beh, è facile che sotto vi sia il polipo, o quantomeno potrebbe essere una delle sue “case”.

Ma anche un sacchetto vuoto mezzo insabbiato, purchè attorno abbia gusci di conchiglie, può essere una tana per il polipo,

Aveva visto il sacchetto sulla sabbia, aveva visto le conchiglie  tutte attorno, e a colpo sicuro ha preso il sacchetto e lo ha portato a bordo con la sorpresa dentro.

E così ….ecco spiegato il mistero del sacchetto nella mano del cacciatore di polipi.

Ma il guanto giallo? E la pallina bianca?

Il polipo è curioso. Una volta individuato un possibile rifugio, si lascia cadere la pallina bianca davanti alla tana, e siccome lui ama l’ordine e non vuole intrusioni in casa, esce per  spostarla, e anche per  vedere chi gli rovina l’ordine precostituito. Se esce di molto, zac, un rapido gesto con la mano guantata, e  lo si prende.

Se invece esce di poco, e le tana è poco profonda, si entra con la mano guantata nella tana e lo si prende.

Se la tana è profonda, il gioco è più lungo: si comincia lasciando  cadere la pallina dentro l’apertura, e dopo un po’ lui la butta fuori. Si ripete l’operazione finchè lui, indispettito, esce con circospezione a vedere chi rompe…e a quel punto, basta aspettarlo, essere  pronti, veloci  e ….zac, lo si prende con la mano guantata.

Il cacciatore di polipi mi ha raccontato che i polipi non sono ospitali, e non vogliono intrusi in casa. Una volta aveva preso un polipo piccolino, e non avendo con se la pallina bianca, lo ha usato al suo posto con il solito giochetto .

Questi si è subito rifugiato, credendo di scappare, dentro al buco. Dopo un po’ il piccolino viene spinto dal polipo grande, con i tentacoli, fuori dalla tana,  e non contento esce dal  buco  per impedirgli di rientrare, e a questo punto….zac….meglio la gallina che l’uovo….

Giusto castigo per ospitalità non concessa.

Ho accompagnato un paio di volte il cacciatore di polipi durante le sue battute,  ho assistito ad alcune catture, e devo dire che è effettivamente una caccia alla pari: niente armi, solo l’uomo e l’animale.

Una vola presi e portati a bordo, li pulisce , li sbatte sulla pinna (non sul teck), li strofina fino a rompere tutte le fibre,  poi ben puliti, se c’è tempo, li mette in cella frigorifera.

Per cucinarli: patate, una cipolla, polipi, acqua, tutto assieme in pentola a pressione per mezz’oretta, olio, sale, peperoncino e…buon appetito.