mercoledì, Aprile 24, 2024

Polinesia 2019 – 4

Giovedì mattina…

Ieri Leo si era prenotato per una esperienza di climbing sulle pareti di falesia che si alzano in questo lato dell’isola, e che Maii ha attrezzato per offrire una esperienza sportiva che non si trova altrove qui alle Tuamotu.

Mi sovvien ( dice Alberto da Giussano) quando ero segretario della onlus a Rio de Janeiro e proposi di attrezzare la parete che dominava le proprietà nella favela di La Rocinha per fare climbing: la parete è nera, lavica, quasi liscia, e avevo pensato di creare un percorso di gara fra due striscie bianche di calce, dalla base dietro alla scuolina principale fino alla cima , giusto dietro alla statua del cristo, sopra la spiaggia di Ipanema. Poi non se ne è fatto niente perché la direttrice mal viveva la mia ingerenza sulla sua conduzione ….e pensare che avrebbe funzionato per portare aiuti economici alla organizzazione di volontariato benefica….ma di fronte ai caratteri…..meglio lasciar perdere… tant’è che poi ho dato le dimissioni.

E così alle 6.45 eravamo tutti svegli , perché ieri sera abbiamo saltato cena……meno Nanni e Leo…..e come sempre il buongiorno è dato da un bagno…….nel profondo oceano, questa volta….si, perché qui a Makatea non c’è la laguna. In compenso il fondale è ricchissimo di corallo, di tutti i colori, fra i quali spicca quello di fuoco, giallo, pericoloso…..perché scotta e lascia traccia….

Siamo in tre barche ormeggiate alla boa, e in quella dei danesi  (un catamarano da…combattimento) ci sono due appassionati di caccia subacquea: scendono sempre in coppia, equipaggiati dalla testa ai piedi alle mani, ma non hanno mai preso niente…scivolano dietro ad un branco di pesci, silenziosi, aspettando il predatore, ogni tanto scendono…85 secondi, ma senza successo.

Non c’è molto pesce, il fondale scende subito a profondità forti, e solamente rimanendo sul bordo dello scalino del reeff si coglie la vita sottostante: così ho visto un grosso banco di pesci, alcune cernie, un paio di grossi napoleon, il solito nasone e tanti pesciolini che si rifugiano nei coralli, ed è bello vedere attorno a grossi ventagli la nuvola di vita colorata che al mio avvicinarsi si rifugia immergendosi dentro agli spicchi della formazione calcarea, per poi riemergere in un attimo quasi a difesa del corallo.

Ho ripensato a Maii, alla sua battaglia per far rinascere l’isola, e spero che il suo progetto abbia successo, anche se avrebbe bisogno di un sostegno politico che credo difficilmente arriverà….non ci sono abbastanza persone che portano voti….

Per questo cerco di diffondere la sua iniziativa, con i relativi collegamenti internet, sperando che i navigatori o i turisti che arrivano a Papete vengano a Makatea.

A mio parere potrebbe essere una metà esclusiva, se orientata opportunamente a questo pubblico, ma dovrebbe essere sostenuta da un supporto logistico adeguato ed una comunicazione finalizzata ed orientata.

Alle 11 lasciamo l’ormeggio alla boa e partiamo per Papete: arriveremo poco dopo mezzanotte perché stiamo viaggiando a 10 nodi, vento al traverso, tutta randa e fiocco, e così lo skipper ha deciso che darà fondo davanti ad uno “scoglio” in attesa dell’alba, così magari vedremo le balene….

Venerdì

Credo di essermi preso il mal di Polinesia…..rimarrei qui ancora un mese, a lasciarmi andare in questo clima, in questo ambiente che ti plagia, ti cattura, ti nutre, ti droga , magari approfittando del clima che ti porta a non favorire il movimento in cambio di riposi contemplativi davanti al mare, al mare, al mare……che con i colori di tutto lo spettro lasciano a bocca aperta. A me piace l’indaco, lo fotografo quando posso, specie quando risalta fra il blu profondo e l’azzurro dei bassi fondali, che poi degradano sul bianco del corallo.

Siamo arrivati al Marina di Papete, Taina, che si trova dopo l’aeroporto, dopo una notte alla fonda nella baia davanti al vecchio faro, oggi monumento storico…Piano piano, con vento in poppa,  siamo sfilati davanti al centro, al porto, alle navi ormeggiate, poi siamo entrati nella pass ed il canale ci ha offerto con un sole splendente l’ultima tavolozza di colori che vi dicevo.

Ecco, siamo in banchina, è quasi tutto finito, e come da copione finiremo con una cena “di gala”, a base di pesce per chi non ne ha mangiato abbastanza, ma con una deviazione sulla carne per chi proprio non ne può più….. di pesce…..

È interessante vedere la crisi di astinenza di internet che assale chi rientra da giorni di privazione di questa linfa drogata…e così tutti a cercare la password di Wi-Fi…. Oulalalala1…….ed ecco subìto le news dall’Italia, ma non delle famiglie, bensì quelle del governo, che ormai ci vengono propinate con slang teatrale, con monologhi proiettati al disastro, con articoli di scrittori anche famosi, ma che devono solo creare dipendenza dai media, si, perché se non ci fossero loro a creare zizzania negli animi nostri oltre a quella che suscitano i politici, cosa faremmo, quali sarebbero i nostro argomenti?

Salvini, di maio, zingaretti, lo spread, il debito, la finanziaria, la paura…….si la paura dell’ignoto….del domani…..

Ecco perché mi è venuto il mal della Polinesia….meglio stare qui, dove la vita ha tutto un altro sapore…non ho mai sentito un polinesiano parlare di politica, ma solo di pesca, del tempo, di musica, del maramu………ZIO BRIC